Salvini: «Se mio figlio facesse il dito medio a qualcuno, due schiaffi non glieli toglierebbe nessuno»
19/12/2019 di Enzo Boldi
La polemica sul dito medio prosegue, mentre temi più importanti – come il caso della nave Gregoretti e il rischio processo per Matteo Salvini – rischiano di finire in sordina nel tritacarne social. Ma il tema, che non era un tema fino alla giornata di ieri, ha acquisito un altro valore nel momento in cui i profili social della Lega hanno condiviso l’immagine di quella ragazza con tanto di nome e cognome. Ora lo stesso ex ministro dell’Interno ha voluto commentare anche in televisione il gesto di quella giovane che, come abbiamo già spiegato, è sbagliato perché si tratta di un’inevitabile esasperazione delle contestazioni.
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«Se fosse mio figlio a fare una cosa del genere, due schiaffi non glieli toglie nessuno. Contenta lei, contenti tutti», ha detto Matteo Salvini rispondendo alle domande della trasmissione di Myrta Merilo, L’Aria che tira (su La7). Il discorso del segretario della Lega, poi si sposta ancor di più sul concetto di educazione civica, anche se in studio gli fanno notare come l’aver esposto la giovane a quella gogna mediatica non sia esattamente la cosa più civica.
Il dito medio e gli schiaffoni di Salvini al figlio
«A me non viene in mente di fare il dito medio ad uno che dorme accanto a me. A quella ragazzina servirà l’educazione civica a scuola», ha proseguito Matteo Salvini. Peccato che l’educazione salviniana abbia mostrato in passato, neanche troppo lontano, stessi gesti ed esposizioni pubbliche con una serie di dita medie alzate proprio dal leader della Lega nei confronti dei contestatori.
Tra autodifesa e vittimismo
Insomma, gesto sbagliato, ma chi è senza peccato scagli la prima pietra. Poi, rispondendo all’accusa di aver reso la giovane un bersaglio social, lui si difende e poi fa del vittimismo: «È la ragazzina che ha postato la fotografia. L’ho fatta io la foto? L’ho pubblicata io? In piazza c’è gente che va con il cartello ‘Salvini ti appenderemo a testa in giù’. Se poi qualcuno li manda a quel paese è colpa mia?». Mea culpa, livello mai.
(foto di copertina: frame video da La Repubblica)