Crisi di governo, Conte al Senato il 20 agosto e non domani

13/08/2019 di Redazione

Va in scena la discussione calendario al Senato. Alle ore 18, dopo la riunione dei capigruppo di ieri, potrebbe esserci – a meno di clamorosi colpi di scena – la votazione che determinerà la data per la discussione della mozione di sfiducia a Giuseppe Conte a Palazzo Madama, presentata dalla Lega di Matteo Salvini. Sul voto del pomeriggio, però c’è anche una spada di Damocle: Salvini, infatti, potrebbe decidere all’ultimo momento di ritirare la sua mozione per la votazione del 14 agosto, data dell’anniversario della tragedia del Ponte Morandi.

Il leader della Lega, infatti, non ha i numeri per far passare questa sua mozione: Lega e Fratelli d’Italia, insieme a Forza Italia raggiungono soltanto i 138 voti a favore per un voto il 14 agosto (ammettendo anche che siano presenti tutti i senatori). Non bisogna dimenticare che oggi, tuttavia, si è consumata una sorta di rottura interna nel centro-destra, con frizioni tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi e sulla possibilità di presentare una lista univoca alle ultime elezioni. M5S, Pd, Misto a guida LeU e Autonomie, invece, contano 181 senatori (sempre al netto delle assenze). Maggioranza assoluta.

Discussione calendario, la diretta della votazione in Senato

19.12 – Salvini non ha votato in Aula perché impegnato con i giornalisti ha commentato il mancato anticipo della sfiducia: «Vogliono tirarla alle lunghe»

19.08 – Bocciata la calendarizzazione della Lega: la sfiducia a Conte si vota il 20 agosto e non domani

19.06 – Bocciata la proposta di Forza Italia.

18.50 –  «Niente giochetti, niente furbetti» dice il senatore di Fratelli d’Italia Luca Ciriani sostenendo l’opzione di voto il 20 agosto «a patto che non sia un modo per allungare la tenuta di questo governo». «In questi mesi avete litigato su tutto, anzi vi siete insultati» continua Ciriani puntando il dito contro una possibile maggioranza formata da Partito Democratico e Movimento 5 Stelle.

18:42 – Interviene Loredana De Pretis (gruppo misto Liberi e Uguali): «La richiesta del Presidente del Consiglio di rendere conto alle Camere è giusta e deve essere rispettata. È giusto che la crisi venga parlamentarizzata e l’aula ne discuta nei modi e nei tempi degni di questo Parlamento e nel rispetto delle regole. Non possiamo essere convocati da uno stabilimento balneare o da una spiaggia» aggiunge, ribadendo che il rispetto delle regole «è alla base della democrazia». La senatrice condanna come «inaudito» lo spettacolo andato in scena negli ultimi giorni e gli attacchi sull’abbronzatura. «A proposito di correttezza istituzionale – incalza De Pretis – pensa di poter gestire le elezioni dal Viminale, cosa inaudita». «Lei non ha paura del voto, ha paura solo dei processi» continua, definendo Salvini «l’uomo del popolo ma non dei magistrati». De Pretis in conclusione conferma il voto per il 20 agosto dopo le comunicazioni del Presidente del Consiglio.

18:36 – interviene il Senatore Andrea Marcucci (Partito Democratico), che comincia scusandosi per i toni pesanti utilizzati durante la riunione dei capigruppo: «I toni non sono stati degni». «Non si possono accettare cosi tante bugie in questa Aula», dice, riprendendo la battuta sull’abbronzatura fatta da Salvini: «Sicuramente lei è il più abbronzato di tutti». Marcucci condanna quindi l’assenteismo del ministro Salvini. «Io qualche volta ho paura di lei , delle cose che dice, dei toni che usa, dell’Italia che lei vorrebbe e quindi difendo il paese e le istituzioni e apriremo questa crisi nei tempi e modi dovuti nel rispetto della democrazia, la Costituzione è il nostro faro» dice rivolgendosi a Salvini, per poi chiedere a Maria Elisabetta Casellati di far rispettare la decisione presa durante la riunione dei capigruppo.

18:30 – In conclusione del suo intervento il Ministro dell’Interno si rivolge agli «amici del Movimento 5 Stelle» : «Ci avete chiesto una cosa, e tutti davano per scontato che non avremmo detto sì. Missione accettata, sfida accettata: tagliamo per la prima volta nella storia insieme 345 parlamentari, poi si vota il giorno dopo. Se voi siete pronti, noi siamo pronti». «Chi ha paura muore ogni giorno “Chi non ha paura muore una volta sola» conclude dopo un botta e risposta tra i banchi del Pd e la presidente Casellati.

18:25Matteo Salvini dice di aver «per scelta» evitato di rispondere a «minacce agli insulti e alle calunnie:sono abituato» aggiunge spiegando che, dopo aver raccolto le minacce dai Casamonica «con orgoglio insieme al presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti» non teme gli attacchi dell’opposizione. «Una cosa non temo» aggiunge Matteo Salvini lanciando una frecciatina a Maria Elena Boschi candidata a Bolzano, «non ho mai paura di ascoltare la gente. Se la gente ridarà l’incarico di governo a Matteo Renzi, non credo, lunga vita a Renzi». «Capisco la disperazione di chi ha il terrore di confrontarsi con gli elettori, ma se hai paura hai la coscienza sporca e hai paura di non essere rieletto».

18:19 – Prende la parola il ministro Matteo Salvini, ma fatica ad inizia il suo intervento perché fischiato in aula. Inizia a dire «Come sono lontani i riti della politica dal Paese reale con l’idea che non si debbano disturbare i poveri parlamentari a ferragosto» quando la senatrice Cirinnà alza un cartello venendo richiamata dal presidente del Senato della Repubblica Maria Elisabetta Alberti. «L’Italia vuole certezze» comincia poi a dire Matteo Salvini, aggiungendo che non c’è nulla di più bello che dare la parola al popolo. «Invidio un po’ certe abbronzature» dice il leader del Carroccio rivolgendosi ai banchi del Partito Democratico che lo contesta rumorosamente. «Capisco umanamente la paura di Renzi, fossi in lui mi agiterei nella stessa maniera – aggiunge –  ma non capisco questa agitazione degli altri». Matteo Salvini si riferisce quindi alla proposta di Luigi Di Maio di votare il taglio dei parlamentari e poi andare in voto: «Rilancio, tagliamo i parlamentari la settimana prossima, e poi per dignità onesta e coerenza si va subito al voto, noi ci siamo. Affare fatto»

18-15 – intervento molto applaudito quello di Juliane Unterberger: «La stessa parte che vuole oggi la mozione è la stessa che ha votato la fiducia in occasione del Decreto Sicurezza Bis». L’esponente del Per le autonomie evidenzia «che brutta impressione» darebbe il Paese votando una mozione di sfiducia nel giorno dell’anniversario del Ponte Morandi, e chiede di votare il 20 agosto dopo aver sentito le ragioni di Giuseppe Conte, le cui dichiarazioni potrebbero rendere «non più necessaria la mozione»

18.13 – «Dobbiamo parlare di calendario, non di calende» interviene Anna Maria Bernini (Forza Italia Berlusconi presidente) ribadendo l’urgenza di votare la mozione di sfiducia. «Siamo in 55 qui presenti, siamo la vera opposizione: l’unico modo per evitare l’esercizio provvisorio e l’aumento dell’Iva è votare adesso» continua Bernini, condannando con vigore un ipotetico governo che verrebbe creato «dal partito di Bibbiano e del Vaffa Day»

18:10 – Il senatore Ignazio La Russa (Fratelli d’Italia) chiede che venga modificato l’ordine del giorno «qualsiasi sia l’esito, il 14 o il 20 agosto» in modo che «non si faccia finta che non siano state presentate delle mozioni di sfiducia contro il Presidente del Consiglio, di cui non vi è traccia»

18.05 – Il senatore e capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo, chiede di votare la mozione di sfiducia già nella giornata di domani 14 agosto intorno «vista la crisi in atto» intorno alle ore 16 per rispettare l’anniversario delle vittime del Ponte Morandi

ore 17.36 – Tutto pronto a Palazzo Madama per l’inizio delle operazioni di voto sul calendario.

Discussione calendario, come si è arrivato al voto di oggi

Al voto di oggi si è arrivati dopo una tormentata riunione dei capigruppo di ieri. Nonostante la maggioranza dei gruppi fosse a favore di una discussione della mozione di sfiducia il 20 agosto, la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, venendo meno l’unanimità, ha deciso di rimandare il voto sul calendario all’Aula.

Tutto questo, secondo il Partito Democratico e Liberi e Uguali, ha rappresentato una forzatura istituzionale per favorire Salvini. Ma si sta rivelando un’arma a doppio taglio: oggi, infatti, se le previsioni della vigilia dovessero essere confermate, il leader della Lega verrà messo in minoranza. Come affermato da Matteo Renzi, potrebbero esserci le premesse per l’istituzione di un governo No Tax con Pd, Movimento 5 Stelle e chi ci sta per contrastare l’aumento dell’Iva nella prossima manovra di bilancio.

Cosa si vota il 13 agosto in Senato

In Senato si voterà dunque la calendarizzazione della mozione di sfiducia a Giuseppe Conte, presentata dalla Lega di Salvini. Si tratta di un caso piuttosto anomalo: di solito il calendario viene deciso all’unanimità nella conferenza dei capigruppo. Ieri, però, non si è arrivati a una quadra a causa di posizioni molto divise che rappresentano, nei fatti, due modi di gestire la crisi. La proposta di Salvini – votazione della sfiducia il 14 agosto – vorrebbe imprimere un’accelerata per arrivare alle elezioni il prima possibile e costringere Giuseppe Conte a salire già domani al Quirinale. Ma questa ipotesi è molto remota.

FOTO: ANSA/ANGELO CARCONI

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