Renzi alla Leopolda 10: «Da noi nessun ultimatum, pensavo che Salvini fosse un don Rodrigo: invece è don Abbondio»

20/10/2019 di Redazione

Il discorso Renzi alla Leopolda si apre con la canzone Non avere paura di Tommaso Paradiso. Per lo ‘scissionista’ dei TheGiornalisti arriva il primo omaggio e la prima citazione che apre lo speech conclusivo della Leopolda 10: «A volte capita che da una scissione nasce una bellissima canzone, come è successo a Tommaso Paradiso. Per questo, forse, da una scissione nasce un partito migliore».

Poi è il tempo dei temi. «Si viene alla Leopolda perché si pensa di poter dire parole che qui fuori sembrano parolacce – ha detto Renzi – ‘io non ho paura di fare politica’. Sono stati 10 anni in cui ne abbiamo combinate di tutti i colori. Abbiamo sbagliato, certo. Ma solo sbagliando ci si può accorgere di essere vivi. Ma non abbiamo mai fatto errori sul qualunquismo».

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Discorso Renzi alla Leopolda 10: «Nessun ultimatum al governo»

Poi ha continuato: «Abbiamo parlato del 2029 – ha detto Renzi -, ma qui in Italia si parla soltanto di quello che accade nei prossimi tre mesi. Solo noi abbiamo deciso di parlare dei prossimi dieci anni: noi abbiamo fatto un dibattito in cui fino a mezzanotte abbiamo parlato di internet e dell’innovazione tecnologica. Invece di dire che dobbiamo mettere la tassa su un po’ di plastica o acquistare un’auto elettrica, noi parliamo di economia verde e di futuro sostenibile». Detto questo, Matteo Renzi parla della pedonalizzazione di Piazza Duomo a Firenze, un piccolo gesto per il quale oggi si vedono gli effetti.

«La Leopolda è un luogo dove sono fiorite idee – ha detto Renzi -: proporre qualcosa di positivo, lanciare delle idee non è dare ultimatum, è fare politica». Con queste parole, il leader di Italia Viva ha voluto rassicurare il governo sulla sua tenuta e sull’assenza di qualsiasi ultimatum. «Abbiamo soltanto riconosciuto il primato della politica – ha detto Renzi -, perché non vogliamo fare spot come quota 100. Si tratta di un procedimento che costa 20 miliardi all’anno: Salvini lo fa perché deve ottenere like e slogan».

Discorso Renzi alla Leopolda 10: «Io rivendico di aver salvato l’Italia da Salvini e dal salvinismo»

»Non poteva mancare, dunque, l’attacco al populismo che – secondo Matteo Renzi – è contrario all’approfondimento e che vuole sostituire la cultura con lo slogan. «Di fronte al tentativo di Salvini con il diktat del Papeete di andare a votare alle sue condizioni – ha detto Renzi -, si doveva scegliere di affidargli l’elezione del presidente della Repubblica, di lasciarlo andare al governo del Paese in cambio di qualche nome diverso nelle liste degli eletti: avremmo consegnato la legge elettorale e la presidenza della Repubblica a un partito che si allea con Casapound: io ho salvato l’Italia da Salvini e dal salvinismo».

Questo, stando alle parole di Renzi, è costato tantissimo. Ma la politica, stando al leader di Italia Viva, non può essere risentimento. E qui, il riferimento al Movimento 5 Stelle è palese. «Il disegno sovranista di Salvini puntava al Colle – ha detto Renzi -. La Costituzione non è il menu del Papeete, è una cosa seria. Se l’elezione del presidente della Repubblica sarà fatta da questa legislatura, allora ribadiremo che ci sarà una maggioranza pro-europeista e anti-sovranista per la sua elezione. Noi non vogliamo staccare la corrente a nessuno, vogliamo attaccare le correnti».

Matteo Renzi su Salvini: «Pensavo fosse un don Rodrigo e invece è un don Abbondio»

Poi Renzi se la prende con Salvini e con il suo attacco: «Lui non è incensurato, i miei genitori ancora sì. Poi, se l’è presa con i miei senza guardarmi negli occhi. Pensavo fosse un don Rodrigo e invece è un don Abbondio. Il terzo punto è che, con le mani sul colle, Salvini voleva lavorare all’uscita dall’euro. Voleva fare come in Gran Bretagna con la Brexit: è un qualcosa di allucinante. È la Brexit alla Mike Bongiorno: la una, la due o la tre».

Infine, il messaggio al presidente del Consiglio Giuseppe Conte: «Se tu vuoi combattere l’evasione fiscale – dice Renzi -, ti vorrei presentare un luogo dove è nata la fatturazione elettronica e il fisco 2.0: questo luogo si chiama Leopolda e ha fatto emergere 15 miliardi dall’evasione fiscale. Quest’azione è nata qui».

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