Disconnessi per legge: la proposta di una norma arriva anche in Italia
In altri Paesi, come ad esempio l'Australia, il diritto alla disconnessione è stato regolamentato, ma non ha avuto gli effetti sperati: cosa si sta provando a fare, invece, in Italia
19/10/2024 di Gianmichele Laino

Una notifica di Teams, le mail che continuano ad arrivare anche quando il telefono è in carica sul comodino e tu stai cercando di prendere sonno. Si tratta di esperienze che, nell’era degli strumenti digitali, sono capitate a tutti i lavoratori: comunicazioni, task, to do arrivano in continuazione, anche al di fuori dell’orario d’ufficio. Per evitare il burn-out che queste situazioni possono generare, in Italia si sta ragionando su una proposta di legge che prenda in considerazione il diritto alla disconnessione.
Diritto alla disconnessione, la proposta di legge anche in Italia
Il primo firmatario della proposta di legge, presentata il 2 ottobre alla Camera dei deputati, è Arturo Scotto. Secondo il testo:
«Il lavoratore ha diritto di non ricevere comunicazioni dal datore di lavoro o dal personale investito di compiti direttivi nei confronti del lavoratore stesso al di fuori dell’orario ordinario di lavoro previsto dal contratto di lavoro applicato e, comunque, per un arco di tempo minimo di dodici ore dalla cessazione del turno lavorativo».
Il comportamento scorretto, sempre nella proposta di legge, viene sanzionato con una multa da 500 a 3000 euro per ciascun lavoratore. Insomma, si prova a fare sicuramente più sul serio di quanto non lo si sia fatto fino a questo momento, quando nel 2017 si cercò di prevedere alcuni diritti alla “pausa” in un quadro normativo più ampio volto a disciplinare il lavoro autonomo e quello subordinato.
In Australia, invece, il diritto alla disconnessione è già legge. Nel Paese ci si aspettava un grande impatto di questa normativa, ma gli effetti – come vedremo – non sono stati poi così rilevanti. Il nostro monografico spiega tutto: