Siamo il Paese in cui le neo-mamme sono costrette a dare le dimissioni: 37mila in un anno

Una premessa fondamentale. Qui, il coronavirus non c’entra nulla. I dati dell’Ispettorato del lavoro, infatti, si riferiscono al 2019, quando la pandemia era soltanto uno scenario da film di fantascienza. Quello che dobbiamo evincere da questi dati è l’assoluta paralisi del sistema italiano di fronte alla questione delle madri che lavorano. Soprattutto se le donne hanno avuto un bambino da poco. L’Istituto ha calcolato che nel 2019 ci sono state 37mila dimissioni neomamme. Su un totale di 51.558 provvedimenti di abbandono volontario della posizione lavorativa, dunque, il 73% dei casi riguarda le donne.

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Dimissioni neomamme, il dato dell’Ispettorato del lavoro

L’analisi dell’Ispettorato del Lavoro è stata effettuata soprattutto per verificare che dietro a queste dimissioni volontarie non ci siano dei licenziamenti mascherati. La maggior parte di queste posizioni, effettivamente, non ha presentato delle anomalie. Ma il vero punto focale sul quale il decisore politico dovrebbe concentrare la propria attenzione è il fatto che in tanti hanno motivato la propria scelta di abbandonare la posizione lavorativa con la difficoltà di «conciliare l’occupazione lavorativa con le esigenze di cura della prole».

Un problema che, nel 2020, si prevede sarà ancora più serio. E in questo caso non parliamo nemmeno di neomamme, ma di lavoratrici che avevano già figli in età scolare. Facile prevedere che, su questa tendenza di base già molto preoccupante, si sia andata a innestare l’elemento imprevisto e imprevedibile del lockdown che ha costretto i bambini a non tornare tra i banchi della propria scuola per oltre 4 mesi. Una situazione che spesso è stata inconciliabile con le attività lavorative della famiglia. E sono state spesso le donne a pagare lo scotto di tutto questo.

Altro dato preoccupante fotografato dall’Ispettorato del lavoro è la scarsa propensione del datore di lavoro a concedere un impegno part-time alle neomamme: una circostanza che si è verificata soltanto nel 21% delle richieste. Una situazione davvero poco sana e che non rispecchia la modernità di un Paese aperto ai diritti di tutti. L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. Ma a volte si ha la sensazione che se sei donna, e se sei mamma, questo principio fondamentale della Costituzione passi in secondo piano.

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