Cosa manca nelle linee guida per la riapertura delle scuole? La Scuola

24/06/2020 di Enzo Boldi

Armiamoci e partite. Sono queste, in sintesi, le linee guida apertura scuole che il Ministero dell’Istruzione sta per emanare. Si parla, giustamente, di aspetti corretti come il distanziamento tra i banchi (sia tra studenti che tra alunni e professori), di probabile utilizzo della mascherina (in attesa del parere definitivo del comitato tecnico-scientifico), di ingressi scaglionati e di lezioni su turni per evitare che le strutture siano colme di persone. Svanisce la polemica – più politica che tecnica – sui divisori in plexiglas, ma restano tante lacune: dalle strutture – problema atavico della nostra Istruzione – al compito dei dirigenti scolastici che dovranno organizzarsi da soli.

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In attesa di una data certa per la riapertura – si parla del 14 settembre, anche se la maggioranza si è di nuovo spaccata su questa ipotesi, con alcune voci che chiedono la ripresa delle lezioni dal 1° settembre per recuperare quanto perso quest’anno – appare evidente come il dare carta (quasi) bianca ai dirigente scolastici sia una mossa che creerà disparità e soluzioni fin troppo fantasiose. Il tutto per un motivo: l’Italia è fisicamente unita, ma in molte zone gli edifici scolastici non sono in grado (per struttura e, purtroppo in alcuni casi, fatiscenza) di ottemperare a tutte le indicazioni.

Linee guida apertura scuole, tutto quello che manca

Non tutti gli istituti (dalle materne alle superiori) hanno la possibilità di suddividere gli studenti in classi meno affollate; non tutte le scuole hanno luoghi adatti a una didattica, diciamo, alternativa fuori dagli edifici (si parlava di giardini e palestre). Il tutto al netto del numero degli insegnanti, da sempre problema atavico nonostante l’annuncio delle assunzioni per alcune migliaia di precari. Insomma, le buone intenzioni ma senza le basi. E poi ci sono le lezioni online che, in alcuni casi, proseguiranno (anche se in forma ridotta). Ma negli scorsi mesi è stato sottolineato più volte come il digital divide in alcune zone d’Italia sia evidente.

L’Istruzione, il fondamento sottovalutato

Ovviamente non si tratta di avere la bacchetta magica e risolvere tutti i problemi con uno schiocco di dita. Ma le linee guida apertura scuole pagano lo scotto di una politica ultradecennale che ha portato a investimenti sempre inferiori nel comparto Istruzione: sia in termini didattici, che strutturali. Questi mesi, in cui gli istituti sono rimasti vuoti, potevano essere l’occasione per dare una sferzata, con fondi da immettere senza soluzione di continuità, dando la giusta importanza a quella Scuola da sempre sottovalutata.

(foto di copertina: da Pixabay)

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