Per il Fatto Quotidiano Draghi è come Salvini: il fotomontaggio con il mojito in mano

La prima pagina del giornale diretto da Marco Travaglio e quel paragone (non solo nell'immagine) con quella famosa crisi del Papeete dell'estate 2019

15/07/2022 di Enzo Boldi

La politica parlamentare (e non solo) è fatta di opposti, così come quegli organi di stampa che hanno un chiaro indirizzo politico e uno o più partiti di riferimento. Perché, è inutile nascondersi, l’obiettività giornalistica è difficile da trovare in ogni testata, soprattutto quando si trattano argomenti ideologici con riflessi sul sociale. E in questi estremi che si vengono a creare, oggi fa riflettere la percezione delle dimissioni di Mario Draghi (respinte da Sergio Mattarella, che lo ha rinviato alle Camere per una verifica che avverrà mercoledì) che arriva guardando la prima pagina de Il Fatto Quotidiano.

LEGGI ANCHE > Il pasticcio del WaPo e del WSJ sulla bufala della bambina di 10 anni che non poteva abortire (ma che non era una bufala)

L’edizione in edicola oggi, venerdì 15 luglio 2022, all’indomani della crisi di governo e di tutto ciò che è accaduto nelle ore successive al voto di fiducia al Senato sul dl Aiuti (strettamente legato, per via dei regolamenti di Palazzo Madama, alla fiducia all’operato del governo) apre con questo titolo: «Il Papeete di Draghi: s’è sfiduciato da solo». Il tutto è accompagnato da un fotomontaggio.

Il fotomontaggio sulle dimissioni Draghi si basa su un’altra foto che, in passato, aveva immortalato Matteo Salvini al mare, quando si esibì alla console al fianco di un dj.

E il leader della Lega appariva in una delle sue molteplici esibizioni da “deejay” al Papeete di Milano Marittima, con un mojito in mano. E ora quella foto, secondo il quotidiano diretto da Marco Travaglio, può essere riproposta anche per commentare il comportamento di Mario Draghi.

Dimissioni Draghi, il fotomontaggio del Fatto con il Mojito

E, infatti, oltre a una serie di approfondimenti interni sulla crisi di governo, la colonna destinata all’editoriale del direttore de Il Fatto Quotidiano è dedicata proprio alla visione “Travagliesca” delle dimissioni di Mario Draghi. Mentre, infatti, molti commentatori, testate e analisti hanno puntato il dito contro Giuseppe Conte e quel che resta in Parlamento (considerando la scissione del fronte guidato da Luigi Di Maio) del MoVimento 5 Stelle, Marco Travaglio parla di «Whatever it mojito», parafrasando la storica frase pronunciata dall’allora governatore della Banca Centrale Europea il 26 luglio del 2012 durante la sua partecipazione alla Global Investment Conference di Londra.

L’editoriale di Travaglio

E nell’editoriale che viaggia di pari passo al fotomontaggio di Mario Draghi con il Mojito, Travaglio dà tutte le colpe della crisi al Presidente del Consiglio. Difende a spada tratta – ma questa non è una novità – il comportamento puro e immacolato del MoVimento 5 Stelle e punta il dito contro il capo del governo. Perché, secondo lui, mentre tutti parlavano di Conte come Salvini (nell’edizione estate 2019) con la crisi del Papeete, era proprio Draghi a preparare il terreno per comportarsi come il leader della Lega: «Tutti evocavano il Papeete e nessuno capiva che lo stava preparando Draghi». In realtà, in questa analisi (palesemente di parte), mancano alcuni tasselli. Il principale? È ovvio ed evidente che l’attuale governo ha ancora una maggioranza parlamentare (anche ampia), sia alla Camera sia al Senato, ma Travaglio non spiega come sia possibile che i ministri pentastellati abbiano deciso di far mancare il loro appoggio anche in Aula. Si può essere ministri di un governo e non sostenere l’azione del governo con provvedimenti già oggetto di Consigli dei Ministri. Eppure, qui, si parla di mojito e Papeete paragonando due situazioni per nulla analoghe e con effetti decisamente diversi. Sia per il periodo storico che per lo status quo delle scadenze.

Share this article