Anche le terze medie potrebbero fare didattica a distanza

Ci sta pensando il governo, nell'ulteriore stretta attesa per le prossime ore

01/11/2020 di Gianmichele Laino

Negli ultimi giorni si è venuto a creare un asse quantomeno curioso: la ministra M5S Lucia Azzolina sta incontrando tutto il supporto della compagine di Italia Viva nel governo. Ed è una novità. Ma si parla, tuttavia, di un singolo tema: quello della chiusura della scuola che il ministro e il partito di Matteo Renzi vorrebbero evitare. Anche il resto del governo vorrebbe evitare di far passare questo messaggio, tuttavia è combattuto con alcuni documenti che arrivano direttamente dagli esperti sanitari e che indicano le scuole non tanto come sede principale di contagio, ma come luogo in cui è impossibile realizzare un sistema di isolamento dei positivi efficace. Troppo spesso capita, infatti, che intere classi di alunni vengano messe in quarantena, incidendo moltissimo sui protocolli sanitari locali che sono già messi a dura prova dai contagi che si verificano in altre situazioni. E allora la soluzione del governo è quella della didattica a distanza terza media e in tutte le scuole superiori.

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Didattica a distanza terza media, la nuova soluzione del governo

L’ultimo dpcm firmato il 25 ottobre, infatti, prevede che la didattica a distanza sia applicata al 75% nelle scuole superiori. Tuttavia, alcune regioni – si pensi a Campania e Puglia – hanno già chiuso tutte le altre scuole di ogni ordine e grado. In altre regioni ancora, la didattica a distanza per le superiori è stata estesa al 100%. Dunque, il governo cerca una soluzione intermedia tra queste due soluzioni. E potrebbe essere quella della didattica a distanza terza media e al 100% nelle scuole superiori.

Il ragionamento che regola questa decisione è il seguente: mettendo a casa questi ragazzi in età adolescenziale (e quindi generalmente in grado di poter badare a se stessi, senza l’ausilio dei genitori), si eviterebbe di mettere in circolazione un altro milione di studenti.

Didattica a distanza terza media: le ragioni della scelta

La pressione sul trasporto e sulla mobilità in generale sarebbe minore, così come quella dei mini-cluster che si verificano in classe (alleggerendo il ruolo delle asl). Si salverebbe così la didattica per i cicli inferiori di scuola, per quei ragazzi cioè che necessitano maggiormente di assistenza da parte dei docenti.

È un’idea che il governo sta considerando seriamente, nonostante i malumori di Lucia Azzolina e della formazione di Italia Viva. Considerata la curva dei contagi, sembra un passaggio inevitabile all’interno di una nuova stretta.

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