Luigi Di Maio ha detto che la Merkel ha sentito parlare bene di lui
13/07/2020 di Gianmichele Laino
Già il fatto che Luigi Di Maio abbia rilasciato una lunga e approfondita intervista al Foglio rappresenta una notizia in sé, visti gli aspri scontri che la testata ha sempre riservato al ministro degli Esteri. Non a caso, all’intervista è stata attribuita una narrazione sulla tipologia della sfida senza esclusione di colpi. Tuttavia, in alcuni passaggi emergono degli aspetti molto rilevanti, che Luigi Di Maio sembra aver utilizzato per aumentare la propria statura istituzionale. Come quando, ad esempio, si parla di un dialogo Di Maio-Merkel.
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Incontro Di Maio-Merkel, il racconto del ministro degli Esteri
Secondo l’ex ministro del Lavoro e attuale ministro degli Esteri, infatti, ci fu una circostanza, un incontro tra lui e la cancelliera tedesca Angela Merkel. Quest’ultimo risale alla conferenza di Berlino nel gennaio del 2020, nel corso della quale era stata affrontata la questione libica, con il ruolo dell’Europa nella crisi del Paese del nord-Africa crocevia per i flussi migratori. Secondo Luigi Di Maio, in quell’occasione ci fu modo di scambiare qualche battuta con Angela Merkel.
«Vi racconto – ha detto Di Maio al Foglio – uno scambio avuto con la cancelliera Angela Merkel durante la conferenza di Berlino quando, quasi nessuno lo sa, si è avvicinata e mi ha detto: “Io ho sentito parlare bene di lei Di Maio. Mi parlano bene del suo lavoro”. Insomma, è stata una cosa che era difficile da immaginare nella mia vita ed è stata un’altra cosa che mi ha colpito da ministro degli Esteri».
Incontro Di Maio-Merkel ma non solo: il passaggio su Draghi
La vicenda, a quanto pare, non era nota fino alla giornata di oggi, quando l’ex capo politico del M5S ha deciso di raccontarla al Foglio per sottolineare, evidentemente, lo spessore del suo lavoro. Una dichiarazione che va nella stessa direzione di quella rilasciata a proposito di Mario Draghi, l’ex direttore della Banca Centrale Europea con cui Di Maio ha avuto un colloquio lo scorso 24 giugno. Stando al ministro degli Esteri, non c’è stata alcuna ragione politica dietro (come una possibile staffetta al governo o come la quadra da trovare per l’elezione del prossimo Capo dello Stato), ma semplicemente ragioni istituzionali: «Mi ha fatto un’ottima impressione» – ha detto il 34enne esponente del M5S, parlando di un uomo che, dal 1983 e dopo una lista chilometrica di titoli di studio e riconoscimenti accademici, fa parte del mondo delle istituzioni italiane ed europee.