Di Battista ne ha per tutti: «Pd garante dei poteri forti, Salvini pavido di fronte a loro»
12/09/2019 di Gianmichele Laino
Sono destinate a sollevare un caso le parole di Alessandro Di Battista che verranno trasmesse questa sera alla trasmissione di Rete 4 Dritto e Rovescio. L’ex deputato del Movimento 5 Stelle rompe il suo isolamento sparigliando completamente le carte. E ne ha per tutti: dal Partito Democratico, nuovo alleato dei suoi colleghi pentastellati, all’ex alleato Matteo Salvini.
Di Battista attacca sia Salvini, sia il Pd dei «poteri forti»
Nel corso della trasmissione che andrà in onda alle 21.30, Di Battista è stato intervistato e ha rilasciato questa dichiarazione: «Ho sentito un’intervista del dem Andrea Orlando – ha affermato – in cui dice che, in questo Paese, non ci sono poteri forti. Invece si sbaglia: si chiamano De Benedetti, Benetton, Caltagirone, Malagò e sono tutti miei avversari. Per me il Pd resta il partito garante di questo sistema». Di Battista non risparmia nemmeno Matteo Salvini, che ha – secondo lui – il demerito di essere stato troppo tenero proprio di fronte a questi poteri forti: «State parlando con colui che è sempre stato un acerrimo nemico di Salvini – ha detto Di Battista a Paolo Del Debbio -. Personalmente, mi ha deluso quando si è dimostrato molto pavido di fronte a quelli che sono ‘i poteri forti’».
L’ex deputato M5S ha una nuova strategia
Insomma, il nuovo vecchio mantra di Di Battista sembrano essere proprio i poteri forti. Tralasciando, però, un piccolissimo dettaglio. Che il suo Movimento 5 Stelle si è alleato prima con una persona che lui ha definito ‘pavida’ nei confronti di questi presunti ‘poteri forti’ e poi con quello che sempre Di Battista ha definito il loro partito garante.
La sensazione è che Alessandro Di Battista, in questa nuova fase del Movimento 5 Stelle frutto dell’alleanza con il Partito Democratico, stia provando a utilizzare la stessa strategia che aveva messo in piedi con la Lega: fare il picconatore dall’esterno. A occhio e croce, visto come è andata sia per i pentastellati sia per la sua carriera (che non ha avuto quell’impennata che ci si aspettava dal punto di vista politico), non sembra una buonissima idea.