A Milano spunta il monumento per Destà, la sposa-bambina di Montanelli

16/06/2020 di Redazione

La firma in calce al murale è quella di Ozmo, uno street artist che opera soprattutto a Milano. Con questo suo intervento nella centrale via Torino, è entrato a gamba tesa nel dibattito che sta andando avanti da giorni su Indro Montanelli, la sua statua in un giardino pubblico e il colonialismo che essa rappresenta. Tutti hanno pensato di imbrattare la sua immagine, hanno chiesto di rimuoverla, ma nessuno – prima di Ozmo – aveva pensato di creare uno speciale monumento per Destà, la ragazza 12enne eritrea che lo stesso Montanelli aveva dichiarato di aver sposato durante il ventennio fascista, nella campagna coloniale imposta dal regime.

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Destà, il monumento rappresentato su un murale a Milano

 

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(Testo italiano nei commenti) The Public Art intervention ‘Monument in memory of the child bride’, which appeared Monday morning in Via Torino, Milan was born in response to the invitation launched on June 9 by Igiaba Scego, with an article on the pages of Italian weekly magazine ‘Internazionale’. It depicts a monumental pedestal on which ideally stands Fatima-Destà, the 12-year-old girl whom during fascism colonialism , journalist Indro Montanelli married in Eritrea as a soldier, thanks to the controversial practice called ‘madamato’, that allowed Italian citizens in the colonies to temporarily accompany themselves with native women. The statue of Indro Montanelli was vandalized yesterday and the debate in Italy is very fervent those days The photo is contemporary and depicts an Eritrean girl, approximately the same age as Fatima-Destà, dressed in flamboyant clothes as she takes to the drinking water village in her large yellow tank with a shoulder strap. The face is covered by a color-mask of blue stain. We see only the eyes, that look at us in an ambiguous way: are they smiling or in a grimace of pain? While not excluding the destruction of monuments a priori, this work wants to respond with an artistic gesture, poetic and creative, because this is, in my opinion, one of the aims of the Art. The intention is, as suggested by Gianni Rodari in 1960 and by Scego in the article, to expand the existing monuments and restore dignity to the injured and not celebrated. Ideally representing on this pedestal a little girl, African, inflamed, sold in marriage to a white soldier, victim several times of the colonialism of man, At this delicate moment of global struggles for the rights of ethnic minorities that exploded after the murder of G.Floyd, I would like to give back at least some dignity to the weak, marginalized, raped and robbed. Imagining her free, protagonist, painted in a gesture of pride, is my dedication to those who, like her, are on the damaged and exploited side of the story. #ozmo #streetart #milano #montanelli #indromontanelli #monumento #graffiti #publicart #milan @larepubblica @ilsole_24ore @beppesala photo credits : @wallsofmilano

Un post condiviso da Ozmo (@ozmone) in data:

«La foto – ha spiegato l’artista – è contemporanea e raffigura una bambina Eritrea, all’incirca della stessa età di Fatima-Destà, vestita con abiti sgargianti mentre porta al villaggio dell’acqua potabile nella sua grossa tanica gialla a tracolla. Il viso è coperto da una macchia di colore-mascherina. Vediamo solamente gli occhi, che ci guardano in modo ambiguo: sono sorridenti o in una smorfia di dolore? Pur non escludendo a priori la distruzione dei monumenti, questa opera vuole rispondergli con un gesto artistico, poetico e creativo, perché questo è, a mio avviso, uno degli scopi dell’Arte».

L’opera si inserisce nel contesto delle proteste contro i pregiudizi razziali che si sono diffuse a partire dalla morte di George Floyd a Minneapolis: «Immaginarla libera, protagonista, dipinta in un gesto di orgoglio, è la mia dedica a chi, come lei, si trova dalla parte danneggiata e sfruttata della storia» – ha concluso lo street artist.

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