La società Deliveroo condannata in Francia per aver abusato dei diritti dei suoi lavoratori

La società di consegne di cibo Deliveroo è stata condannata in Francia per aver abusato dello status di libero professionista del suo personale

19/04/2022 di Martina Maria Mancassola

Il processo si è concluso il 16 marzo e ha portato alla condanna Deliveroo France per abuso di status di libero professionista. Il suo personale addetto alle consegne, infatti, anche se considerato dalla società «indipendente», era in realtà costretto a rispettare una serie di obblighi e condizioni di lavoro stringenti, compresa un’uniforme, e questo non collimava con lo status di «libero professionista» del personale stesso. Quest’ultimo avrebbe dovuto, quindi, essere considerato personale dipendente stipendiato. I due ex capi della società sono stati condannati per aver assunto lavoratori addetti alle consegne come «liberi professionisti indipendenti», mentre invece erano lavoratori «normali» e avrebbero dovuto essere considerati tali, cioè dipendenti con ferie pagate e altri benefici.

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Deliveroo France subisce una condanna per aver abusato dei diritti dei suoi lavoratori: che cosa è successo

Due ex capi di Deliveroo vengono condannati a un anno di reclusione con sospensione della pena, nonché alla multa di 30.000 euro (pari circa a 32.380 dollari) da un tribunale francese per aver abusato dello status di freelance dei motociclisti che lavoravano per la piattaforma di consegna di food in rete, fondata nel 2013 da Will Shu. Anche la società stessa è stata multata: 375.000 euro ($ 404.625) è la somma stabilita dal tribunale a titolo di sanzione. Ancora non si sa se Deliveroo intenderà impugnare la sentenza, che è un colpo basso perché la condanna potrebbe svilire la nomea della società anche al di fuori della Francia. Tra l’altro, in un momento in cui Deliveroo, piattaforma basata, per la gran parte, su applicazioni digitali e lavoratori autonomi, sta già affrontando una serie di sfide giudiziarie che potrebbero ridefinire le condizioni di lavoro.

Con riferimento al processo, sappiamo che l’«Office central de lutte contre le travail illégal della gendarmeria» ha scoperto che «la subordinazione» tra Deliveroo France e i suoi oltre 2.000 fattorini era «consolidata». I cosiddetti lavoratori «freelance», in realtà, «non avevano libertà» nell’ambito dell’organizzazione del proprio lavoro. Il periodo di tempo oggetto di indagine risale agli anni tra il 2015 e il 2017. Il rapporto ha individuato che Deliveroo France – divisione francese della società di consegna di food britannica -, si era «presentata falsamente» come una realtà tecnologica che semplicemente «metteva in contatto» clienti, ristoranti e autisti ma, in realtà, la consegna di cibo rappresentava lo «scopo stesso» della sua attività. Secondo quanto scoperto dalle indagini, i contratti di Deliveroo indicano che la società si vale di «subappaltatori» poiché non dotata di personale «interno» con le «competenze tecniche» e «particolari» necessarie per le consegne. Il personale veniva considerato un libero professionista ma, secondo l’indagine, l’elenco di obblighi, troppo dettagliato, cui doveva sottostare, non lo rendeva in concreto tale. Il libero professionista, infatti, è considerato un lavoratore indipendente, mentre Deliveroo lo costringeva all’assegnazione di rigorosi «slot» di lavoro in base alle «prestazioni» e alla posizione geografica, ad indossare l’uniforme della società (e a togliersi il casco nel dialogo con i clienti), a mettere in mostra – all’ingresso nei ristoranti – lo zaino con il marchio Deliveroo, nonché al controllo degli ordini. Tutte queste richieste sono state considerate dai magistrati particolarmente dettagliate per un «libero professionista».

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