Cosa cambierà con il Decreto Sicurezza Bis: giro di vite non solo in mare

Il Decreto Sicurezza Bis è stato approvato: nonostante le polemiche politiche, nonostante i dubbi del Quirinale, nonostante la questione di fiducia – passata anch’essa – nonostante gli appelli internazionali, nonostante l’ampia fetta di popolazione che protestava fuori da Palazzo Madama. Convertito in legge in una calda sera estiva, ora manca solo la promulgazione del Presidente della Repubblica. Poi, cambieranno molte cose, non solo in mare.

Cosa cambierà con il Decreto Sicurezza Bis: giro di vite che parte dal mare

Bandiera del Decreto Sicurezza Bis sono le nuove regole su sbarchi e immigrazione. A lungo si è discusso sotto l’hashtag #portichiusi se Matteo Salvini stesse o meno scavalcando le sue competenze di ministro dell’Interno vietando a delle navi di entrare in acque territoriali italiane. Ebbene, il Decreto Sicurezza Bis elimina il problema: sarà il ministro dell’Interno a decidere. Certo, di concerto con ministro della Difesa e delle Infrastrutture e informato il presidente del Consiglio, ma d’ora in poi Salvini sarà legittimato a limitare o vietare l’ingresso, il transito o la sosta di navi nelle acque territoriali nazionali. A sostegno delle sue decisioni dovranno esserci motivi di ordine e sicurezza pubblica, già ampiamente rodati nell’ultimo anno dal leader del Caroccio.

Cosa succede ai capitani delle navi che disobbediscono

Punizioni più severe anche per i capitani. Il braccio di ferro mediatico e giudiziario con Carola Rackete ha scottato il ministro dell’Interno, che ha inasprito le pene ancora di più. La sanzione amministrativa contro un comandante che disobbedisce all’ordine parte da 150mila euro e arriva fino a un milione di euro. Immediato il sequestro della nave, i cui oneri di custodia vengono imputati ad armatore e proprietario, e sanzione accessoria. Non solo: nel decreto sicurezza bis è previsto anche  l’arresto obbligatorio in flagranza per resistenza o violenza contro nave da guerra.

Il fondo per i rimpatri

Con il Decreto Sicurezza Bis viene istituito presso il ministero degli Affari esteri un fondo per le politiche di rimpatrio, che parte da 2 milioni di euro per l’anno in corso, incrementabili annualmente con una quota fino a 50 milioni di euro, decreto interministeriale permettendo. L’intenzione è quella di sostenere iniziative bilaterali e cooperazioni per far rientrare gli stranieri extra unione irregolari sul territorio italiano.

Non solo in mare, cambiano le regole anche sul territorio

Il giro di vite non si limita alle regole del mare e da chi viene “da fuori”. A cambiare sarà anche la realtà interna del nostro paese. Nel Decreto Sicurezza Bis infatti vengono introdotte nuove norme anche per quanto riguarda l’ordine pubblico. Inasprite le pene per chi utilizza caschi o qualsiasi altro metodo che rende più difficile il riconoscimento durante le manifestazioni: l’arresto sale da 2 a 3 anni e l’ammenda da 2.000 a 6.000 euro. Reclusione da 1 a 4 anni anche per chi nel corso delle stesse lancia o utilizza razzi, petardi, fumogeni, oggetti contundenti e/o atti ad offendere possono scattare dagli uno ai 4 anni di prigione per aver minacciato l’incolumità delle persone. Reclusione da sei mesi a due anni per chi determina un pericolo concreto anche verso l’integrità delle cose.

Sono previste pene più dure anche per chi durante le manifestazioni commette reati di violenza o minaccia a pubblico ufficiale, devastazione, saccheggio o di interruzione del pubblico servizio. Un punto sul quale sono già cominciate molte discussioni: la resistenza pacifica vale come interruzione del pubblico servizio? Verrà considerata reato anche la resistenza passiva?

Ampliato il Daspo

Con il Decreto Sicurezza Bis viene anche ampliata la portata del Divieto di accesso a manifestazioni sportive. Le tutele finora previste per gli addetti ai varchi di accesso vengono estese anche agli arbitri e ad altri soggetti incaricati di assicurare il regolare svolgimento della competizione: per chi li minaccia o commette atti di violenza contro di loro, la reclusione sarà da 6 mesi a 5 anni. Viene ampliato anche il divieto alle società sportive di contrattare, concedere biglietti o altre agevolazioni a soggetti destinatari di Daspo o pregiudicati per alcuni reati. Il Decreto Sicurezza Bis modifica anche il codice antimafia, in modo da permettere il fermo anche per chi è gravemente indiziato di un delitto commesso in occasione o a causa della manifestazione sportiva. La Daspo scatterà per chi viene denunciato per aver preso parte attivamente, incitato o indotto alla violenza, non solo in Italia ma anche all’estero. E per i recidivi, il nuovo stop non potrà durare meno di 5 anni.

(Credits immagine di copertina:  ANSA/ANGELO CARCONI)

 

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