Quali sono le policy di TikTok e degli altri social per moderare i contenuti riguardanti i disturbi del comportamento alimentare

I social network potrebbero esporre gli utenti a contenuti fuorvianti o dannosi riguardanti i disturbi del comportamento alimentare: anche nei famosi Facebook Papers se ne parla. Per questo i principali social network hanno delle regole che mirano a contrastare la diffusione di questi contenuti e a sostenere gli utenti che potrebbero essere in difficoltà

16/01/2023 di Giordana Battisti

TikTok e gli altri social network più noti e utilizzati soprattutto dalle persone molto giovani si sono dotati da tempo di metodi per contrastare la diffusione di contenuti potenzialmente dannosi e quelli contenenti disinformazione sui disturbi del comportamento alimentare.

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TikTok e gli altri social come Instagram e Facebook: cosa fanno per fare informazione e prevenzione sui DCA?

All’inizio del 2021, in occasione della Settimana Nazionale di Consapevolezza dei Disturbi Alimentari negli Stati Uniti, TikTok ha annunciato che avrebbe implementato una serie di «nuovi modi per supportare persone che possono essere influenzate da un’immagine negativa del loro corpo o da disordini alimentari». Quando un utente statunitense cerca su TikTok delle parole chiave o degli hashtag come “edrecovery” (cioè eating disorder recovery) o “proana” (cioè pro anoressia) questi non vengono mostrati e al loro posto compare una schermata con i contatti della National Eating Disorders Association (NEDA), un’organizzazione statunitense senza scopo di lucro che si occupa di prevenzione dei disturbi alimentari e di fornire supporto terapeutico a chi lo richiede. Allo stesso modo, se si cercano questi termini dall’Italia, compare una schermata simile dove sono riportati i contatti di associazioni come Never Give Up, un’organizzazione no-profit composta da un gruppo di professionisti che lavora «nel campo della prevenzione, del trattamento e della ricerca sui Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione». Nella sezione Argomenti del Centro sicurezza di TikTok c’è anche una sezione dedicata proprio ai Disturbi alimentari che contiene delle informazioni sull’argomento e dei consigli da mettere in pratica, oltre ai contatti di professionisti o associazioni e organizzazioni che si occupano di DCA per ogni area geografica.

Anche sulle piattaforme di proprietà di Meta, Instagram e Facebook, ci sono delle risorse di supporto simili e strumenti che servono per contrastare la diffusione di contenuti ritenuti dannosi, di cui Facebook parla anche nel suo Centro assistenza. Se un utente cerca su Instagram alcune parole chiave che abbiano a che fare con i DCA e che potrebbero indirizzare a contenuti ritenuti dannosi viene mostrata una schermata che contiene delle «Risorse che potrebbero essere di aiuto». Instagram consiglia di parlare con un amico, di parlare con un volontario di una linea di assistenza (ed elenca una serie di contatti utili a questo fine) oppure di leggere alcuni suggerimenti ritenuti utili.  Anche Facebook mostra le stesse risorse e ha inoltre una sezione dedicata alla Salute emotiva che comprende suggerimenti riguardanti vari argomenti che per il momento si limitano a Stress e ansia, COVID-19, Depressione, Crisi emotiva e Dolore e perdita.

Anche nei Facebook Papers ci sono informazioni sul rapporto tra DCA e social network

L’informatica statunitense ed ex dipendente di Facebook Francis Haugen è la whistleblower che nel 2021 ha trasmesso alcuni documenti interni dell’azienda alla Securities and Exchange Commission e ad alcune testate giornalistiche statunitensi. Questi documenti, noti come Facebook Papers o Facebook Files, contengono anche delle informazioni specifiche su come l’utilizzo dei social network di proprietà dell’azienda, in particolare Instagram, può influire sulla salute psicologica degli adolescenti perché l’algoritmo mostra contenuti potenzialmente dannosi per la loro salute mentale: tra questi ci sono anche quelli legati al comportamento alimentare che continuavano a essere proposti e mostrati in misura sempre maggiore e indistintamente anche alle persone che avevano un DCA.

Dall’inchiesta del Wall Street Journal basata sui documenti forniti da Haugen è emerso che l’azienda proprietaria di Facebook e Instagram fosse a conoscenza del fatto che Instagram fosse dannoso «in particolare per le ragazze adolescenti» e che però abbia sempre minimizzato questo problema e non sia mai intervenuta con provvedimenti risolutivi. In seguito alla pubblicazione di questi documenti i genitori di due adolescenti che sostengono che Instagram abbia svolto un ruolo decisivo nel peggioramento dei disturbi del comportamento alimentare dei loro figli hanno anche intrapreso delle azioni legali contro l’azienda.

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