De Luca: «Stupidità assoluta dare dati falsi al ristorante: così nessuno può essere avvisato in caso di positività»

Massa Lubrense, in provincia di Napoli, è stato il palcoscenico dell’ennesimo teatro dell’assurdo che sta accompagnando l’epidemia di coronavirus in Italia, o meglio il tentativo di tracciarla e di contenerla. È stato lo stesso governatore della Campania Vincenzo De Luca a spiegare l’accaduto nel corso di un comizio. Nella giornata di ieri, in regione, sono stati individuati diversi casi di positività da coronavirus, per l’esattezza 29. Di questi, 6 erano camerieri di un ristorante di Massa Lubrense.

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Dati falsi al ristorante, impossibile ricostruire la catena dei contagi

Come previsto dalle disposizioni, ogni volta che si va in un ristorante occorre fornire i propri dati personali, che i titolari dell’esercizio devono conservare per un periodo di 15 giorni. Il tutto con l’obiettivo di avere una lista di partenza di persone da contattare nel caso della scoperta di una nuova catena di contagi. Le autorità campane volevano fare proprio questo: avvisare i clienti del ristorante che erano entrati in contatto con sei camerieri risultati positivi al coronavirus.

Dati falsi al ristorante, l’ira di Vincenzo De Luca

Ma al momento di fare le telefonate, ecco l’amara verità: in quel ristorante, alcuni avventori avevano compilato in maniera non attendibile le liste predisposte dal ristorante. Dati personali falsi, che hanno danneggiato sia le autorità campane (la catena dei contatti tra i clienti e i camerieri si è interrotta, una volta appurato che quelle indicazioni non erano attendibili), sia quelle stesse persone che hanno fornito i dati falsi, dal momento che non sono stati avvisati per tempo della positività dei sei camerieri di Massa Lubrense.

Per questo si è reso necessario lo sfogo di Vincenzo De Luca, che ha affermato: «Abbiamo verificato una cosa strana e incredibile: quando stanotte abbiamo cercato di individuare alcuni dei clienti che avevano frequentato quel ristorante, abbiamo scoperto che avevano dato dei dati falsi. Siamo veramente alla stupidità assoluta».

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