L’allarme delle Big Tech europee contro il Data Act

È stato presentato, dalla DG Connect, come un grande successo delle istituzioni europee. Un traguardo da difendere, anche in presenza delle proteste da parte di Big Tech

10/05/2023 di Gianmichele Laino

L’impegno della Commissione Europea nell’ambito dell’ecosistema digitale si evidenzia dalla serie di provvedimenti che sono stati presi in questi anni. Uno degli ultimi, approdato sui tavoli istituzionali di recente, è stato quello del Data Act, il provvedimento con cui si è cercato di abbattere le posizioni dominanti nella gestione dei dati personali – soprattutto quelli derivanti dall’utilizzo di oggetti di tecnologia – da parte delle aziende di Big Tech. Tuttavia, proprio in virtù di questa natura specifica, grandi attori del settore hanno avanzato delle perplessità rispetto al nuovo quadro normativo individuato dalla Commissione Europea.

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Data Act e Commissione Europea, tutti compatti. Tranne Big Tech

Nel corso delle giornate che hanno visto Giornalettismo protagonista del raduno annuale dei Digital EU Ambassadors, c’è stato un fronte compatto e di comune soddisfazione rispetto alle novità introdotte dal Data Act: la possibilità per gli utenti dei dispositivi IoT di aver accesso ai dati che vengono generati dal loro utilizzo; l’eliminazione degli squilibri nella gestione dei dati personali tra Big Tech e altre aziende più piccole che, fino a questo momento, trovavano enormi difficoltà nell’accesso a questa tipologia di dato; l’implementazione della collaborazione tra le aziende produttrici di tecnologie legate all’IoT e le istituzioni in casi estremamente particolari, come guerre o calamità naturali.

Sta tutto in una visione molto più agevole del dato, improntata alla trasparenza da parte di Big Tech. Un aspetto che, tuttavia, non è piaciuto ad alcuni colossi – come Siemens – che si sono lamentati, in una lettera condivisa con le istituzioni europee, dei rischi legati alla divulgazione di segreti aziendali connessi a questa più semplice circolazione del dato prevista dal nuovo provvedimento comunitario, soprattutto per quanto riguarda la condivisione dei dati con terze parti per fornire servizi di post-vendita.

Le aziende di Big Tech stanno portando avanti una serie di lamentele che, tuttavia, a una prima occhiata non dovrebbero muovere le istituzioni europee dalle loro posizioni iniziali, che hanno ispirato il provvedimento normativo. La fiducia della commissione europea nei confronti del Data Act sembra massima.

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