Il governo pensa di combattere il cyberbullismo stanziando solamente 2 milioni di euro

Un emendamento alla Legge di Bilancio prevede la creazione di un fondo ad hoc. Ma basta questa piccola quantità per tentare di porre un freno a un fenomeno largamente diffuso?

21/12/2021 di Enzo Boldi

Il cyberbullismo è un problema globale e anche l’Italia ha visto crescere – soprattutto durante quesi quasi due anni di pandemia in cui si è intensificato, anche tra i più giovani, l’utilizzo di piattaforme social e digitali – questo fenomeno che, in alcuni (comunque troppi) casi, rischia di provocare degli effetti devastanti nella vita dei ragazzi. Il governo Draghi, con un’intesa su un emendamento alla Legge di Bilancio economica condiviso dall’intera maggioranza, ha deciso di dare il via alla creazione di un fondo ad hoc. Iniziativa lodevole, anche sei i presupposti economici sembrano non essere dei più esaltanti.

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Le perplessità, dunque, arrivano dai numeri. Perché lo stanziamento è di soli 2 milioni di euro e, per il momento, è previsto solamente per il 2022. Insomma, mancano tutte le prospettive di un progetto a lungo termine per coinvolgere il maggior numero delle persone possibile: dai genitori agli educatori, senza dimenticare i ragazzi in età scolastica. Perché è proprio all’interno di questa “categoria” che si è sviluppato esponenzialmente – senza soluzioni di continuità – il fenomeno del cyberbullismo.

Cyberbullismo, il governo stanzia solo due milioni di euro

Viste queste premesse, stonano le parole di soddisfazione pronunciate da Licia Ronzulli, senatrice di Forza Italia e presidente della commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza: «È un’ottima notizia. In questo modo sarà possibile affrontare un fenomeno che purtroppo coinvolge migliaia di minori che sono quotidianamente vessati dai coetanei, vista la pervasività del web, anche tra le mura domestiche, dove invece dovrebbero sentirsi maggiormente protetti. La prima arma contro il cyberbullismo è la prevenzione e perché questa abbia effetto è fondamentale che, proprio come si propone l’istituzione di questo Fondo, genitori, insegnanti e associazioni siano adeguatamente formati e quindi in grado di riconoscere questa grave forma di abuso sui minori».

Ma sono solamente due milioni di euro, solamente (almeno per il momento) per un anno. Senza prospettive, con una misura a termine che sembra un contratto a tempo determinato. Uno spot giusto e sacrosanto contro il cyberbullismo, ma privo di visione politica e sociale. Pensare di risolvere questo problema – uno dei mali atavici del Terzo Millennio – con incontri tra genitori, educatori, insegnanti e associazioni è come indicare la luna e osservare il dito. Devono essere coinvolti i giovani, con progetti prolungati nel tempo. Perché solo con un lungo percorso esponenziale si può creare quella coscienza sociale (e social) per far capire correttamene quali sono i comportamenti corretti per un vivere civile. In rete e fuori dalla rete.

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