La gogna mediatica contro una bambina risultata positiva al test sul Coronavirus nel Padovano

28/02/2020 di Enzo Boldi

La paura è irrazionale e spinge le persone ad additare anche i più piccoli, creando gogne mediatiche – con tanto di diffusione di dati sensibili – anche sui bambini. È la triste storia che arriva da Curtarolo, piccolo centro a nord di Padova, dove la notizia della positività di una bambina di otto a un test sul Coronavirus è iniziata a circolare ancor prima che il risultato venisse ufficializzato alla famiglia. Il nome della piccola è stato anche diffuso sulle chat della scuola che frequenta.

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Partiamo dalle notizie positive. La piccola di Curtarolo, seppur positiva al tampone, non sono gravi. Lo ha confermato il padre della bambina nella sua intervista rilasciata a La Repubblica. La situazione, nella sua famiglia, è tenuta sotto controllo anche se i nonni sono risultati positivi al test e il nonno (68 anni) è ricoverato a Padova in terapia intensiva. L’altra figlia della coppia (3 anni), invece, è risultata negativa. Il tutto sembra esser partito da una cena di San Valentino al circolo degli Alpini di Limena dove era presente l’intera famiglia. Anche in questo caso tutte le persone che hanno partecipato a quell’evento sono state sottoposte ai controlli, come da protocollo.

Curtarolo e la gogna mediatica contro una bambina di otto anni

L’aspetto più grave della vicenda – oltre ai legittimi timori – lo racconta il padre della piccola a La Repubblica: «Qualcuno del paese ha messo in rete i dati sensibili miei, della mia famiglia, di mia figlia. Non può essere dignitosa una cosa del genere. Non ci può essere una simile caccia all’appestato». Il nome della bambina, dunque, è comparso nella chat della scuola di Curtarolo.

La fuga di notizie prima della comunicazione ai genitori

Ma questo non basta. «Un’ora prima che il laboratorio ci comunicasse la positività di mia figlia già i nostri nomi giravano in rete – prosegue il padre della bambina -. C’è gente irresponsabile che sui social, specie sui gruppi Facebook dei paesi, fomenta odio e paura. Ho già contattato i carabinieri. Le indagini sono in corso». La famiglia ha sporto denuncia contro ignoti e ora le forze dell’ordine stanno verificando da chi sia partita questa fuga di notizie.

(foto di copertina: da Google Maps)

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