C’è un settore, quello del crowdfunding, che non riesce ancora a trovare il giusto successo in Italia. Nel 2023, seguendo una tendenza praticamente mondiale, le raccolte fondi (e non parliamo esclusivamente di quelle a scopo benefico) hanno patito gli effetti di una crisi globale per quel che riguarda gli investimenti in venture capital. Ci sono state delle luci e delle ombre, con l’introduzione di un nuovo Regolamento europeo nato per dare nuova linfa a questo settore (aumentando la competitività e abbattendo le barriere geografiche) che – però – potrebbe rallentare questo percorso già difficile.
Come detto, nel 2023 buona parte dei segmenti del crowdfunding hanno chiuso l’anno con il segno “meno”. In particolare, l’equity crowdfunding ha perso oltre il 6% per quel che riguarda i volumi raccolti. Ed è questo il principale indicatore (insieme al lending crowdfunding) dello stato di salute di questo settore che nasce come esigenza reale per startup e PMI innovative e trova il suo punto di riferimento nel digitale e nelle sue piattaforme.
Tra le più importanti in Italia c’è senza alcun dubbio CrowdFundMe. Giornalettismo ha avuto il piacere di fare una lunga chiacchierata con il CEO e founder Tommaso Baldiserra Pacchetti che, dopo aver analizzato i dati relativi al 2023 e fatto delle previsioni sull’anno in corso, ha approfondito un tema fondamentale che possiamo racchiudere in una dichiarazione: «Non bisogna convincere la gente ad investire. La gente deve sapere che esiste, imparare e poi dopo, eventualmente, investire. Bisogna fare un lavoro educazionale, non di convincimento». Come fare? Citiamo un dato che riguarda proprio CrowdFundMe: grazie alle loro raccolte fondi per startup e PMI, sono stati generati 3.500 posti di lavoro.