I dubbi di Crisanti sui dati Covid più bassi in Italia: «Sicuri che stiamo facendo i tamponi alle persone giuste?»

Nelle ultime 24 ore ci sono stati 781 casi in più in Germania, 1130 in Francia, 922 in più in Spagna. In Italia, invece, si resta a 275. Perché nel nostro Paese ci sono meno casi positivi che nel resto dell’Europa, in stati che hanno affrontato – come noi – l’emergenza più o meno nello stesso periodo? Secondo Andrea Crisanti ci sono due possibilità: o l’Italia è particolarmente abile nell’individuazione dei nuovi focolai ed è in grado di isolarli, oppure si stanno facendo i tamponi alle persone sbagliate.

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Crisanti tamponi alle persone sbagliate o efficacia nell’individuazione dei focolai?

Se negli altri Paesi, infatti, si può già iniziare a parlare di seconda ondata, in Italia il livello delle nuove positività resta su quelli dei giorni scorsi. Il dottore che ha messo in piedi il modello Vo’, tuttavia, mostra alcune perplessità. In un’intervista al Messaggero, infatti, Andrea Crisanti – pur partendo dal presupposto che 275 casi in un giorno non sono pochi – ha affermato: «In Italia abbiamo molti casi in meno degli altri Paesi europei, forse non stiamo effettuando i tamponi alle persone giuste. Ma non voglio per forza essere pessimista, magari siamo più bravi, più efficaci nell’isolare i focolai. Comunque sia, sarebbe utile conoscere le ragioni della differenza dei nostri dati con quelli degli altri Paesi».

La disparità con quello che sta succedendo nel resto del mondo (l’epidemia avanza a un ritmo molto più sostenuto che in passato, facendo segnare record giornalieri di contagio in tutti i Paesi asiatici, ad esempio, o anche del continente americano) e, soprattutto, con il resto d’Europa è evidente. In Italia si è corsi ai ripari con le limitazioni dell’accesso aereo, ma in ogni caso i numeri restano più bassi.

Crisanti tamponi e investimenti per i controlli alle frontiere

Secondo Crisanti, occorrerebbe capire quali tipologie di persone si stanno testando negli altri Paesi e quali, invece, nei nostri. Il medico veneto sostiene che occorrerebbe fare investimenti sui tamponi – in maniera massiccia – per tutte le persone che superano le frontiere, non soltanto migranti ovviamente, ma anche turisti o persone che arrivano in Italia per lavoro. La domanda criptica è: «Lei oggi accetterebbe un volo per Miami a scatola chiusa?».

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