Crisanti inascoltato sui tamponi: «Quelli di questi giorni sono pezza calda»
Il microbiologo del modello Vo' critica l'azione del governo e del Cts sul tracciamento
08/10/2020 di Gianmichele Laino
Molta enfasi, in questi giorni, è stata messa sul numero maggiore di tamponi. Ieri, ad esempio, si è arrivati a quota 125mila facendo segnare il numero più alto dall’inizio della pandemia in Italia. Tuttavia, occorre sempre distinguere tra i tamponi che effettivamente vanno a testare persone che non si sono mai sottoposte all’esame e tamponi di controllo. E, inoltre, un numero del genere non basta ad avere un’idea corretta della diffusione del contagio. Lo sa bene Andrea Crisanti inascoltato sul suo piano tamponi: lui, l’autore del modello Vo’ Euganeo che ha permesso di stroncare sul nascere uno dei primi focolai di coronavirus in Italia, aveva presentato al viceministro Pierpaolo Sileri e al Comitato tecnico-scientifico uno schema per portare i tamponi in Italia a 300-400mila al giorno.
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Crisanti inascoltato sul suo piano tamponi da 300-400mila test al giorno
In un’intervista a Repubblica esprime tutto il suo rammarico per il fatto che quelle indicazioni si sono fermate da qualche parte e non sono state più prese in considerazione. Il tutto alla luce della nuova situazione dei contagi italiani, con oltre 3600 casi fatti registrare nella sola giornata di ieri. «Ieri 125mila tamponi, 25mila in più del giorno precedente. Si può dire che questo aumento è da considerare una pezza calda. Ad agosto eravamo già in ritardo e oggi ne paghiamo le conseguenze».
Per Andrea Crisanti sarebbe stato necessario superare la soglia di 300-400mila tamponi al giorno, soprattutto con la ripresa delle scuole e delle altre attività produttive. L’obiettivo era quello di creare aree mobili di supporto, che potessero impiegare anche i tamponi cosiddetti low-cost (erano stati impiegati in Veneto). «Invece – dice Crisanti – sono stati impegnati miliardi per il bonus bici e per i banchi con le rotelle, mentre la sorveglianza sanitaria ci avrebbe messo in sicurezza».
Crisanti inascoltato: «Miliardi per bonus bici e banchi a rotelle e niente sorveglianza sanitaria»
È il secondo passaggio più duro della sua intervista, in cui ricorda anche quali possono essere le varie soluzioni dell’ultima ora per fare i conti con l’epidemia con il numero di tamponi attualmente a disposizione: ovviamente il contact tracing, ma anche un minimo di prevenzione e di attività di sorveglianza attiva. Il tutto, però, limitato alla comunità di riferimento. Questo è un altro grande problema: spesso le attività di tracciamento sono gestite totalmente dalle regioni, con modalità diverse che non assicurano una riuscita omogenea del controllo su tutto il territorio nazionale. L’unica soluzione, secondo Crisanti, sarebbe quella di utilizzare i fondi del Mes, disponibili sin da ora, per mettere in piedi un piano sanitario ancora una volta efficiente. Ma potrebbe essere l’ultima chiamata.