Cosa sono i cosiddetti “Uber files” e perché ne parlano tutti i giornali

I documenti che hanno rivelato un sistema di lobbying e di pubbliche relazioni attuato dalla società per provare a ottenere l’appoggio di politici di spicco

11/07/2022 di Clarissa Cancelli

Oltre 124mila documenti confidenziali interni a Uber, la multinazionale che ha praticamente rivoluzionato il sistema dei trasporti privati, sono stati ottenuti dal Guardian e condivisi con l’International Consortium of Investigative Journalists (Icij). Denominati «Uber Files», sono relativi al periodo intercorso fra il 2013 e il 2017 e comprendono oltre 83.000 e-mail, iMessage e messaggi WhatsApp. Ma perché ne parlano tutti? Perché rivelano un sistema di lobbying e di pubbliche relazioni attuato dalla società per provare a ottenere l’appoggio di politici di spicco con l’obiettivo di scombussolare il settore dei taxi in Europa. «La raccolta di file riservati trapelati – scrive il Guardian – ha rivelato la storia interna di come il gigante della tecnologia Uber abbia violato le leggi, ingannato la polizia, sfruttato la violenza contro i conducenti e fatto pressioni segretamente sui governi durante la sua aggressiva espansione globale».

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Cosa sono gli Uber Files e che cosa hanno rivelato

«Non abbiamo e non creeremo scuse per comportamenti passati che chiaramente non sono in linea con i nostri valori attuali. Chiediamo invece al pubblico di giudicarci in base a ciò che abbiamo fatto negli ultimi cinque anni e cosa faremo negli anni a venire», ha detto Uber in una dichiarazione riportata dal Guardian. La fuga di notizie copre il periodo di cinque anni in cui la società era gestita dal suo co-fondatore Travis Kalanick, che ha cercato di forzare il servizio di taxi nelle città di tutto il mondo, «anche se ciò significava violare le leggi e i regolamenti sui taxi» – racconta ancora il quotidiano britannico, riportando anche che Emmanuel Macron, quando era ministro delle Finanze, avrebbe «segretamente aiutato Uber a fare lobbying in Francia», permettendo alla società «un accesso frequente e diretto a lui e al suo staff».

Il presidente francese allora sembra avere fatto di tutto per aiutare Uber. Anche l’ex commissaria Ue per il Digitale, Neelie Kroes, «fu in trattative per unirsi a Uber prima della fine del suo mandato e poi segretamente fece pressioni per l’azienda, in potenziale violazione delle norme etiche dell’Ue». La Commissione europea, scrive l’Ansa, «invierà una lettera di chiarimento» all’ex commissaria alla competizione. «Stiamo raccogliendo informazioni, non siamo il tipo di organizzazione che arriva alle conclusioni senza prove», ha detto un portavoce della Commissione Ue. Gli Uber files, che domenica sono stati condivisi con il Consorzio internazionale di giornalismo investigativo e 42 testate, tra cui Bbc, Le Monde e L’Espresso, dimostrano come Uber abbia usato accorgimenti tecnologici per sfuggire ai controlli delle autorità. Per esempio, l’azienda aveva fatto installare su tutti i suoi sistemi informatici un “kill switch”, un “interruttore d’emergenza”, cioè un sistema che rendeva immediatamente non accessibili tutti i computer di una determinata sede, nel caso in cui fosse in corso un controllo delle autorità negli uffici.

 

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