Cosa sappiamo sul canone Rai da pagare nel 730

Si tratta soltanto di una ipotesi, come del resto lo è quella di non pagarlo affatto

19/04/2022 di Redazione

Mettiamo in fila i fatti rispetto a una domanda che, da qualche giorno, sta tornando prepotentemente d’attualità. Vista l’abolizione del canone in bolletta (una misura decisa dalla riforma portata avanti ai tempi di Matteo Renzi premier e su cui l’Unione Europea ha sempre ammonito l’Italia, sostenendo che questa pratica non fosse conforme), ci si chiede come verrà versata la quota degli abbonati nelle casse di Viale Mazzini. La Rai, infatti, acquisisce dal canone una voce di bilancio imprescindibile: quando, nel 2014, il canone non si pagava ancora nella bolletta dell’elettricità, l’evasione aveva raggiunto livelli altissimi, mettendo in crisi gli asset economici del servizio pubblico radiotelevisivo. Per questo, ora, si sta parlando di canone nel 730.

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Canone nel 730, l’ipotesi di scuola

Il dato di fatto, dunque, è che il canone non verrà più corrisposto nella bolletta elettrica a partire dal 2023. Dunque, si stanno formulando delle ipotesi su come questo contributo verrà versato. Circola con insistenza una voce su tutte, riportata più volte in questi ultimi giorni dal quotidiano Repubblica. Il canone nel 730 potrebbe essere una strada battuta, soprattutto prendendo d’esempio il modello francese. Il canone diventerebbe un’appendice della tassa sulla prima casa e, per questo motivo, verrebbe inserito nella dichiarazione dei redditi, con la conseguenza di abbinare il contributo per la televisione pubblica al possesso della prima casa. Come detto, tuttavia, si tratta esclusivamente di una ipotesi di scuola, sulla quale – nonostante il Pnrr preveda l’eliminazione del canone dalla bolletta dell’elettricità – non c’è ancora una sola soluzione.

Ovviamente, quella del canone nel 730 è la scelta che fa più rumore, perché – di fatto – aggiungerebbe una nuova tassa “esplicita”, riconoscibile per il cittadino. Tuttavia, ci sono anche altre ipotesi al vaglio del governo che, ad esempio, potrebbe persino decidere di rinunciare al canone per il cittadino. A quel punto, in seguito magari a una revisione della pressione fiscale per gli italiani, sarebbe lo stesso governo a versare alla Rai una quota proporzionale per permettere al servizio pubblico di non rinunciare ai suoi obiettivi. Al momento, in ogni caso, non c’è ancora una soluzione ben precisa e quella del canone nel 730 rappresenta soltanto una delle possibilità, ma nulla di certo.

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