Coronavirus, a tavola separati da un vetro: i ristoranti testano i pannelli in plexiglass

Quanto ci manca uscire la sera, farci una passeggiata in compagnia del proprio partner, amici, famiglia, e poi fermarci a cena a mangiare nei ristoranti? In tempo di coronavirus, complice il lockdown imposto dal governo, questa è una delle tante cose che abbiamo perso. Eppure, in vista della seppur lenta e graduale riapertura, i gestori dei ristoranti stanno testando nuovi metodi per permettere ai propri clienti di godersi una piacevole serata seppur mantenendo le rigide norme del distanziamento sociale che probabilmente dovremo ancora tenere per chissà quanto tempo.

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E allora una delle soluzioni potrebbe essere l’installamento di pannelli in plexiglass in ogni tavolo: trasparenti, non eccessivamente sporgenti, ma comunque quanto potrebbe bastare per rispettare le norme di sicurezza. Quello che vedete nel video è il test effettuato da Valerio Calderoni, proprietario del ristorante ‘Il Ciak’, nel quartiere romano di Trastevere.

«Già oggi il plexiglass è diventato introvabile, c’è una prezzatura che è diventata come quella dell’oro, ogni giorno varia», ha detto. «Bisognerà vedere come reagirà la gente a questa decisione che prenderà lo Stato, però quella dei pannelli divisori nei ristoranti è l’unica soluzione adesso, secondo me. Ridurrò la capienza del ristorante del 50%. Bisognerà rivedere i costi, perché riducendo i posti ovviamente riducono anche gli incassi e quindi anche il personale. Il costo di ogni singolo pannello possiamo ipotizzare oscilli tra gli 80 e i 100 euro, a seconda della grandezza. Poi c’è un altro divisorio tra ogni singolo tavolo, una struttura il cui costo si aggira intorno ai 200, 250 euro. È una spesa importante per noi ristoratori, ma ci auguriamo che i ristoranti così facendo possano ospitare più clienti possibili», ha concluso Calderoni.

[CREDIT PHOTO: TWITTER/HORAS DESIGN]

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