Salvini dice che quel coro cantato a Pontida contro i napoletani era per «rivalità calcistica»

Il leader della Lega, sollecitato dai cronisti, parla di quanto accaduto alla festa del Carroccio nel 2009

25/08/2020 di Enzo Boldi

Tutti, ma proprio tutti, avevamo frainteso quei cori contro napoletani cantati da Matteo Salvini in occasione della festa della Lega del 2009. Il segretario del Carroccio, infatti, ha rivelato che quella canzoncina non era per insultare i cittadini campani, ma solo per ostentare una rivalità calcistica. Eppure non sembrava essere così dato che a Pontida era in corso un raduno politico e non calcistico. E, invece, oggi si parla di sfottò legati al mondo del pallone.

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«I vecchi cori della Lega? È stato già chiesto scusa. Un conto è la rivalità calcistica, un conto è la salute e il lavoro dei campani. Ci rivediamo al San Paolo per Napoli-Milan e vinca il migliore», ha detto ai cronisti che lo attendevano nel capoluogo della Campania. Le scuse sono arrivate negli anni scorsi, anche dopo una condanna al pagamento di 5700 euro per aver violato la legge Mancino sulle discriminazioni, che punisce «chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi».

Cori contro napoletani, per Salvini erano sfottò calcistico

All’epoca, era l’estate del 2009, Matteo Salvini si era fatto immortalare insieme a un gruppo di leghisti sui fan mentre dava il via al famoso coro da stadio: «Senti che puzza scappano anche i cani: sono arrivati i napoletani. Sono colerosi, terremotati, con il sapone non vi siete mai lavati». Oggi rivela che si trattava di uno sfottò calcistico frutto di una rivalità e che non aveva alcuna intenzione di riferirsi ai napoletani in quanto cittadini di Napoli.

La Lega Nord diventa Lega Sud

Insomma, tutti – ma proprio tutti – avevamo frainteso il senso di quei cori contro napoletani nel bel mezzo della festa di Pontida organizzata dalla Lega Nord (perché ancora il nome era quello). Quel partito che aveva come obiettivo l’indipendenza della Padania e insultava quotidianamente il Sud Italia. Ma oggi scopriamo che non era una critica sociale, ma una rivalità sportiva.

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