Coprifuoco Lombardia, la firma slitta a oggi a causa di Salvini: «Prima di chiudere io voglio capire»
Manca solo la firma del ministro Speranza che, da programma, avrebbe dovuto essere apposta ieri sera
21/10/2020 di Ilaria Roncone
Matteo Salvini ha frenato sulla questione coprifuoco Lombardia. Il leader leghista è parso irritato in videoconferenza e la questione, che si sarebbe dovuta concludere ieri sera, è rimandata alla giornata di oggi. Con le misure che dovrebbero entrare in vigore a partire da domani, 22 ottobre, il congelamento dell’ordinanza potrebbe comportare qualche cambiamento a partire dallo smussamento di quanto voluto dai sindaci. «Prima di chiudere io voglio capire», ha detto Salvini, «voglio una sferzata di metà mandato. Il governo respinge tutte le nostre richieste e a noi tocca portare la croce, imponendo misure impopolari che fanno infuriare i cittadini?».
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Coprofuoco Lombardia: Salvini ne fa una questione di colore politico
In sostanza Matteo Salvini non regge quella che vede come un’imposizione per i cittadini di Milano che il governo vuole ma che la regione, sotto la guida leghista di Attilio Fontana, dovrebbe far valere. Poco importa se già molte altre regioni stanno chiedendo di procedere come in Lombardia, col consenso di Speranza di tutelarsi con zone rosse e altre misure come il coprifuoco. Intanto dal ministro della Salute ieri sera è arrivato un appello preciso a Di Martedì: in Italia la «situazione è molto seria» e bisogna «ridurre le uscite non necessarie e stare a casa il più possibile», rinviando «tutte le attività che non sono prioritarie». Conte, dal canto suo, ha parlato durante la conferenza stampa con il premier spagnolo Pedro Sanchez dicendo che «non ci sono più le condizioni per un lockdown generalizzato» e che occorre decidere «misure restrittive, ma localizzate. L’importante è che la collaborazione con il governo e il ministro Speranza sia costante».
Coprifuoco Campania, De Magistris: «Sono rimasti 15 posti di terapia intensiva»
La notizia la dà il sindaco di Napoli Luigi De Magistris a Radio: in Campania sono rimasti solamente 15 posti in terapia intensiva e il presidente di Regione De Luca darà scattare il coprifuoco da venerdì. Ciò significa che dalle ore 23 alle ore 5 saranno limitati gli spostamenti non indispensabili e le attività superflue. E mentre, tra le altre cose, Speranza ha confermato che avrebbe voluto un Dpcm più stringente con chiusura di piscine e palestre, in Liguria Toti esclude il coprifuoco per tutta la città di Genova ma vuole operare con misure localizzate in quattro aree in cui non si potrà circolare dalle 21 alle 6. In Piemonte il governatore Cirio opta per la chiusura dei centri commerciali nel weekend – rimangono aperti solo alimentari e farmacie – mentre in Emilia-Romagna, almeno per ora, Bonaccini ritiene che non serva ricorrere a misure di coprifuoco. Preoccupazione di Zaia dal Veneto per il collasso degli ospedali: «Con 600 terapie intensive è come andare in guerra, gli ospedali non lavoreranno più».