Coronavirus, arrivò il giorno in cui la Lega disse che Conte «è quasi fascista»

25/02/2020 di Enzo Boldi

Se non bastasse la tensione (evidente in tutto il Paese) per i numerosi casi di contagio da Coronavirus negli ultimi giorni e per i casi di morte da Covid-19, ecco che la politica non riesce a sotterrare l’ascia di guerra e propone continuamente scontri a distanza. L’ultimo di una lunga serie arriva dalla Lega che si scaglia, per l’ennesima volta, contro l’operato del governo e del presidente del Consiglio. Ad accendere l’ultima polemica è stata una dichiarazione del capo di Palazzo Chigi sull’ospedale che non ha seguito il protocollo, annunciando la possibilità di una regia nazionale sulla Sanità al posto di una regionale. E il Carroccio parla di un Conte quasi fascista.

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Nella sua intervista a Frontiere – Rai 1 -, il presidente del Consiglio ha detto: «Il sistema sanitario in Italia è di competenza regionale e non è predisposto per una emergenza nazionale. Per questo un coordinamento è necessario. Se non siamo coordinati non riusciremo a contenere il virus in modo efficace. Tutti dobbiamo perseguire un coordinamento. Se non ci riuscissimo saremmo pronti a misure che contraggano le prerogative dei governatori». Nella sua dichiarazione ha poi sottolineato come questa potrebbe essere l’estrema ratio, ma la speranza è quella di trovare accordi con tutti i governatori nella riunione di oggi.

La Lega definisce Conte quasi fascista

Ma quel passaggio dell’intervista di Giuseppe Conte ha scatenato le ire della Lega. Primo fra tutti il governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana, rimasto toccato dalla dichiarazione del presidente del Consiglio che ha parlato apertamente di diffusione ampia dovuta al mancato rispetto del protocollo sanitario sul Coronavirus da parte di un ospedale. Il riferimento è, quasi sicuramente, a quello di Codogno (nel Lodigiano). Il leghista ha definito le parole di Conte «irricevibili e, per certi versi, offensive» sottolineando che nella riunione di oggi dimostrerà come la sua amministrazione stia gestendo l’emergenza al meglio.

I pieni poteri

Poi l’affondo arriva anche da Riccardo Molinari che ha definito Conte quasi fascista: «Sarà meglio che il presidente del Consiglio si riposi un po’. Troppo stress gli fa dire cose inconcepibili, forse quasi da fascista, direi. Togliere competenze alle Regioni? È irricevibile. Siamo per l’autonomia e per la libertà. Pensare di tornare all’anno zero, ai pieni poteri con l’alibi della crisi è una strada impercorribile. Sarà meglio che Conte se ne faccia una ragione. Può sempre dimettersi, che sarebbe la cosa migliore per tutto il paese». La politica ai tempi del Coronavirus.

(foto di copertina: da profilo Facebook di Giuseppe Conte)

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