Il no di Conte alle tifoserie sul Mes e l’invito alla maggioranza: «Non logoriamoci in un dibattito astratto»

La questione Mes sta dividendo la maggioranza. Se per il PD il ricorso al Mes senza condizionalità sembra un compromesso valido, M5S e il premier sostengono che questo strumento non sia adatto per far fronte alla crisi economica che deriva dall’emergenza coronavirus. In particolare Giuseppe Conte si è rivolto direttamente ai due partiti della maggioranza proponendo una tregua e sottolineando come non abbia senso «dividerci ora sul Mes».

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Conte domanda alla maggioranza di fare fronte compatto

Il premier è stato chiaro: «Non ha senso dividerci ora sul Mes», la cui convenienza potrà essere valutata in seguito. «Se vi saranno condizionalità o meno lo giudicheremo alla fine», ha affermato Conte, riuscendo ad ottenere un primo sì sia da Dario Franceschini che da Alfonso Bonafede, guide delle delegazioni Pd e 5Stelle al governo. La richiesta di Conte è chiara: ragionare e decidere su quello che sarà il pacchetto completo, dopo il Consiglio europeo del 23 aprile. La speranza di Conte, ad andare a quel momento, è che l’Italia possa esibire un successo dal punto di vista dei titoli di debito comunitari. «Solo allora potremo valutare se questa nuova linea di credito pone condizioni, quali condizioni pone, e solo allora potremo discutere se quel regolamento è conforme al nostro interesse nazionale. E questa discussione dovrà avvenire in modo pubblico e trasparente, dinanzi al Parlamento, al quale spetterà l’ultima parola».

«Non ha senso dividere l’Italia in tifoserie opposte sul Mes»

Conte ha affermato che sul Mes «sta lievitando un dibattito che rischia di dividere l’intera Italia secondo opposte tifoserie e rigide contrapposizioni». Ha affermato anche che la sua posizione in merito è stata chiara sin dall’inizio e che «il Mes è un meccanismo inadeguato e anche insufficiente per reagire a questa sfida epocale. Ha un regolamento pensato per shock asimmetrici e per reagire a tensioni finanziarie riguardanti singoli Paesi». Lo shock economico che stiamo vivendo adesso, secondo Conte, è grave e «compromette fortemente il tessuto socio-economico europeo. Occorre una risposta forte, unitaria, tempestiva. Insieme ad altri 8 Paesi Membri abbiamo lanciato una sfida ambiziosa all’Europa invitandola e introdurre nuovi strumenti per affrontare e superare al più presto questa crisi».

 

La pax richiesta da Conte e Pd e 5Stelle è stata accettata

Conte ha voluto mediare e chiedere una tregua di alcuni giorni ai membri della maggioranza, il tempo necessario per ottenere gli eruobond, che rimangono ad ora la risposta più adeguata per rispondere alla crisi del paese. Sia Franceschini che Bonafede hanno espresso fiducia nel presidente, accordandogli il tempo chiesto. Il ministro della Giustizia Bonafede ha affermato di nutrire, insieme al Movimento, «piena fiducia» nel presidente Conte. Ha aggiunto anche che «nel prossimo Consiglio europeo la maggioranza dovrà adottare una linea compatta se vorrà riuscire nella difficile trattativa in Europa». Anche Franceschini ha definito «ragionevoli e condivisibili le parole del Presidente Conte», considerato che «non è il tempo di posizioni pregiudiziali ma occorre sostenere la posizione italiana su mezzi e risorse della Ue per affrontare l’emergenza».

(Immagine copertina dal profilo Facebook di Conte)

 

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