(Dis)Unione europea

19/07/2020 di Enzo Boldi

Bruxelles, abbiamo un problema. Forse più di uno. Il Consiglio UE, iniziato venerdì 17 luglio, sembra essere molto più nefasto delle aspettative e delle previsione scaramantiche dei giorni scorsi. Lo scontro tra l’Olanda – in rappresentanza dei Paesi frugali, cioè quelli che si sono definiti parsimoniosi in una lettera di qualche settimana fa al Financial Times (Paesi Bassi, Austria, Svezia e Danimarca (ma anche la Finlandia sembra esser intenzionata a seguire quell’esempio) – e il resto degli Stati Membri non sta portando a un’armistizio, nonostante i tentativi di mediazione fatti da Germania (in parte) e Spagna. Poi c’è l’Italia, che su quegli aiuti del Recovery Fund ha puntato tutto.

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E lo scontro principale, che per ora vede in vantaggio l’Olanda – capostipite dei Paesi frugali – nei confronti dell’Italia, è proprio sul controllo: da una parte c’è chi, ricordando la Troika, sostiene che occorra un controllo accurato della spesa pubblica e dei provvedimenti che adotteranno quei Paesi che, una volta approvato, usufruiranno dei soldi del Recovery Fund; dall’altra chi chiede mani meno legate per far ripartire l’economia.

Consiglio UE, gli scontri e gli accordi che non arrivano

Ma il terreno di scontro non è solo su quello. «Ritengo che la richiesta del premier olandese Mark Rutte di porre il veto, di chiedere l’unanimità, di coinvolgere il Consiglio UE nella fase attuativa di questo rilancio sia una richiesta indebita dal punto di vista giuridico, dal punto di vista politico e poco praticabile in concreto», ha detto Giuseppe Conte al termine della seconda giornata di colloqui e riunioni a Bruxelles.

Gli incontri riprenderanno a mezzogiorno

«Io non la metto sul piano della vittoria o della sconfitta dell’Italia. Siamo tutti vincitori o siamo tutti sconfitti – ha proseguito il Presidente del Consiglio italiano -. Siamo tutti sulla stessa barca, non stiamo aiutando l’Italia ma consentendo a tutti di riparare i danni della pandemia, consentendo una rapida ripresa».

(foto di copertina: da Pixabay)

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