Perché i dati sul coronavirus di maggio e agosto, invece, si possono paragonare

I numeri dell'epidemia, in particolare quelli sulle sintomatologie lievi, severe e gravi, sono molto simili

23/08/2020 di Enzo Boldi

Il confronto con il recentissimo passato serve per comprendere al meglio come si sta delineando il quadro epidemiologico in Italia. E attorno a questo tema si sono aperte due teorie opposte che riguardano il confronto dati Covid maggio-agosto. Da una parte c’è chi sostiene che questo paragone non possa esser fatto a causa di differenze che appaiono evidente in base a quel concetto di ‘asintomatico’ rilevato su buona parte dei cittadini sottoposti ai test e risultati positivi; dall’altra, invece, c’è chi mostra come i grafici ufficiali indichino un quadro pressoché uguale, consentendo di rendere legittimo quel paragone.

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Di questa seconda scuola di pensiero è Lorenzo Ruffino che su Twitter, utilizzando i dati contenuti nell’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità pubblicato lo scorso 18 agosto, indica i punti di tangenza evidenziato nel confronto dati Covid maggio-agosto.

I numeri, infatti, mostrano lo stesso numero di tamponi effettuati ieri (sabato 22 agosto) e quelli del 22 maggio (tre mesi fa). Si tratta di cifre non molto dissimili, soprattutto per quel che riguarda i casi testati (cioè quei tamponi che vengono effettuati la per la prima volta su un soggetto, e non quei famosi secondi o terzi tamponi che servono per dichiarare guarita una persona già risultata infettata).

Confronto dati Covid maggio-agosto, ecco perché è possibile farlo

Altro dato molto interessante che spinge verso la legittimità in un confronto dati Covid maggio-agosto è quello delle sintomatologie accusate dalle persone risultate positive ai tamponi.

Il grafico citato da Ruffino è sempre contenuto nell’ultimo Report dell’ISS e fa riferimento agli esiti dei tamponi (a mo’ di istogramma) dell’ultimo rilevamento settimanale del 13 agosto scorso. Mettendo a confronto quel dato sui casi lievi, severi e critici (evidenziati dai colori diversi) appare evidente come ci sia una similitudine. Insomma, il confronto dati Covid maggio-agosto, ritenuto inapplicabile da alcuni, sembra essere – invece – una teoria da seguire per indicare l’evoluzione della situazione epidemiologica in Italia. Senza allarmismi, ma basandosi sui numeri reali.

Le differenze nei numeri

Le differenze si trovano, fortunatamente, nei numeri dei decessi – drasticamente diminuito, ma la storia recente ha evidenziato anche comunicazioni tardive – e delle terapie intensive. Il calo dei casi tra giugno e luglio, infatti, ha permesso agli ospedali e ai medici di potersi confrontare meglio con le persone ricoverate. Cosa che, una volta esplosa l’emergenza – che ci ha trovati impreparati – non è stata possibile tra marzo e aprile. L’ultima differenza, che però non rinnega la possibilità di un confronto tra i numeri, è l’età media dei nuovi contagi, drasticamente calata negli ultimi mesi.

(foto di copertina: da grafico dell’Istituto Superiore di Sanità)

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