Perché in Lazio c’è stato il record di positivi al Covid dall’inizio del lockdown
Le attività di screening sono serrate, il 61% dei casi è legato ai rientri dalle vacanze
22/08/2020 di Redazione
Nella giornata del 22 agosto si attende una nuova impennata di casi, questa volta trainata dalla Regione Lazio. Oggi, infatti, si è registrato il record di contagi da coronavirus in Lazio dall’inizio della pandemia: nemmeno nel corso del lockdown c’erano stati 215 casi. Ma la motivazione è semplice e non deve essere ricollegata per forza a notizie allarmistiche.
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Coronavirus in Lazio, record di casi da inizio pandemia: 215
Il Lazio è il luogo di primo approdo di molti vacanzieri di rientro da diverse destinazioni, sia nazionali, sia internazionali. Dunque, l’attività di screening negli aeroporti e nei porti (compreso quello di Civitavecchia) sta andando avanti in maniera intensa con la realizzazione di migliaia di tamponi. Con i nuovi casi di positività legati al flusso delle vacanze, dunque, era impossibile non registrare un incremento dei contagi.
Il coronavirus in Lazio aveva fatto registrare il suo picco il 28 marzo scorso, con 208 casi. Ma in quella fase non c’erano così tanti test, rivolti soprattutto a un target diverso di persone. Prima si eseguivano tamponi soltanto ai sintomatici, mentre la platea degli asintomatici, molto spesso, restava sommersa. Oggi, invece, si sottopongono a tampone tutti coloro che hanno fatto ritorno dalle vacanze. Il 61% dei casi registrati oggi, infatti, riguarda i turisti che stanno rientrando dopo il periodo di ferie. Il 45% del totale riguarda casi legati a vacanzieri della Sardegna. Insomma, la situazione è piuttosto evidente e ha richiesto l’intervento dell’assessore alla sanità D’Amato.
«Non sono molto preoccupato – ha detto – per i casi positivi asintomatici che stiamo scovando grazie a un’opera eccezionale di testing e di tracciamento, ma lo sono per gli effetti che questi possono produrre nella trasmissione all’interno dei nuclei parentali se vengono meno le regole di distanziamento».