Confermata Amy Coney Barrett, la Corte Suprema Usa svolta a destra

Il Senato vota 52-48 per la conferma della giudice ultra conservatrice al posto della paladina dei diritti civili Ruth Bader Ginsburg. A rischio Obamacare, diritto all'aborto e diritti civili: la rabbia dei democratici

27/10/2020 di Redazione

Amy Coney Barrett confermata alla Corte Suprema Usa. Il Senato degli Stati Uniti ha votato lunedì sera 52-48 dopo un processo ultra-accelerato ed estremamente controverso per la conferma della giudice ultraconservatrice alla Corte Suprema al posto della defunta Ruth Bader Ginsburg. Una nomina che sposta gli equilibri della Corte con una maggioranza di 6-3 conservatrice e mette a rischio Obamacare, il diritto all’aborto e la tutela dei diritti civili.

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Amy Coney Barrett confermata, il perché del voto

Il voto che ha visto Amy Coney Barrett confermata alla Corte Suprema è senza dubbio una vittoria per i Repubblicani e per Donald Trump, che ha così nominato ben tre giudici della Corte in appena quattro anni confermando che la sua è stata, e forse continuerà ad essere, una delle presidenze più incisive negli equilibri civili e sociali del Paese. Un successo anche per il leader del Senato, Mitch McConnell, che dopo aver bloccato per 237 la nomina del moderato Merrick Garland che toccava a Obama in seguito alla morte del giudice ultraconservatore Anthony Scalia sostenendo che non si potesse nominare un giudice della Corte Suprema in anno di elezioni, stavolta ha bruciato tutte le tappe per nominare a tempo di record Coney Barrett prima del voto. Un via libera che è arrivato da tutti i repubblicani della Camera alta tranne la senatrice del Maine, Susan Collins, impegnata in una difficilissima campagna elettorale per la rielezione. E che porta alla Corte Suprema la 48enne professoressa di legge ultraconservatrice nominata giudice proprio da Trump nel 2017 senza mai aver litigato in aula un solo caso e che durante la sua udienza al Senato ha evitato di rispondere a ogni tipo di domande, rifiutandosi di dire se crede nel climate change e se votare due volte sia illegale, oltre a dimenticare che il diritto alla protesta pacifica è uno dei cinque diritti inalienabili riconosciuti dalla Costituzione Usa.

Le conseguenze di Amy Coney Barrett confermata alla Corte Suprema

I democratici hanno fin dall’inizio contestato l’intero processo che ha portato ad Amy Coney Barrett confermata alla Corte Suprema, ricordando ai repubblicani le loro posizioni di quattro anni prima con Garland e arrivando a boicottare il voto sulla giudice ultraconservatrice in commissione Giustizia. E proprio la nomina di Amy Coney Barrett alla Corte Suprema è stato finora uno dei temi più usati dai Dems in campagna elettorale, soprattutto alla luce del fatti che il 10 novembre la Corte deciderà sulla sorte dell’Affordable Care Act voluto da Obama. Una legge che per oltre 10 anni i repubblicani hanno tentato di cancellare, togliendo la copertura sanitaria ad oltre 20 milioni di persone e rendendo di nuovo non obbligatoria per le compagnie assicurative la copertura di chi ha condizioni preesistenti. Una decisione particolarmente importante durante una pandemia e con Coney Barrett che più volte ha scritto in articoli e tesi la sua idea che Obamacare sia anticostituzionale. Ma in gioco c’è anche il diritto all’aborto, vera e propria battaglia ideologica dei conservatori da oltre 45 anni, ma anche i diritti delle coppie omosessuali e delle minoranze. Una nomina insomma che rischia di cambiare il volto dell’America per decenni. Proprio la speranza di McConnell, che nei giorni scorsi ha ammesso che “i democratici potranno cambiare molte delle nostre leggi, ma non potranno cambiare questa per molto, molto tempo”. E proprio per questo motivo, da settimane si parla della possibilità, in caso di vittoria di Biden, di aumentare ad almeno 11 i giudici della Corte, con la nomina di due profili più progressisti che riequilibrino la situazione. Ipotesi che Biden ha sempre evitato di confermare, perché, seppure legale visto che la Costituzione non quantifica il numero dei giudici della Corte, sarebbe un cambiamento storico, che aprirebbe le porte a possibili nuove modifiche a ogni cambio di maggioranza. A dare un’idea della direzione dei Democratici in caso di, difficile, riconquista del Senato però è stato il leader al Senato Chuck Schumer,  che dopo aver definito quello della nomina di Amy Coney Barrett come “uno dei giorni più bui” dei 231 anni di storia degli Stati Uniti, ha avvisato che nel lungo periodo i repubblicani si pentiranno di questo atto di forza e che “hanno perso ogni diritto di dirci come gestire la maggioranza” quando questa tornerà ad essere democratica.

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