Le compagnie aeree post coronavirus: cosa sarà di loro? Cosa cambierà per i passeggeri?
06/05/2020 di VoloGratis
Le compagnie aeree sono state letteralmente messe a terra, e oserei direi anche in ginocchio, dal propagarsi della pandemia. Sin dai primi segnali avvenuti in Italia nella seconda metà di febbraio molti Stati hanno chiuso le loro frontiere ai viaggiatori italiani tagliando di conseguenze le rotte da e per il nostro Paese, fino a che – con il dpcm dell’11 marzo scorso – e con l’estensione a tutto il territorio nazionale delle misure in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, e a seguito della dichiarazione di pandemia mondiale dall’OMS, i vettori sono stati costretti per ovvi motivi a cancellare tutte le loro rotte e a lasciare a terra i loro velivoli.
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Compagnie aeree «a terra», cosa sta succedendo
Secondo gli analisti di Cirium, società specializzata nell’analisi del settore viaggi, in tutto il mondo sono oltre 15.000 gli aerei passeggeri fermi da più di una settimana. Cosa ha comportato tutto ciò? Un grosso caos economico che, per molte compagnie già in difficoltà prima dell’emergenza, sarà difficile da superare. Molti vettori stanno lottando per la sopravvivenza e stanno facendo i conti con la liquidità presente nelle loro casse senza la vendita dei biglietti aerei. In media le compagnie hanno una liquidità di cassa di due mesi, che va da un mese di Lufthansa agli 11 mesi di Ryanair.
Iniziamo dal rimborso dei biglietti aerei già emessi che ha gettato nello scompiglio le casse di molti vettori. Inizialmente ai passeggeri fu data la possibilità di scegliere se ottenere il rimborso con il riaccredito di quanto speso sul metodo di pagamento utilizzato o di cambiare le date del volo. La stragrande maggioranza dei passeggeri ha optato per il riaccredito delle somme spese, ma a causa del protrarsi del lockdown le casse hanno cominciato a vacillare. Allo stato attuale c’è chi come Ryanair ha rimandato la questione rimborsi a data da destinarsi, cioè fino al termine della situazione attuale provocando l’ira dei clienti.
Tutte stanno però spingendo il viaggiatore ad accettare il voucher e non il riaccredito delle somme che comporterebbe grosse perdite finanziarie. Il rischio fallimento è dietro l’angolo.
La messa a terra dei velivoli ha comportato ripercussioni anche sui dipendenti e su tutto l’indotto aeroportuale e non solo su assistenti di volo e piloti, ma anche sulle società di catering, su quelle di pulizia e manutenzione: cassa integrazione, ferie forzate e non retribuite, e contratti a scadenza che rischiano di non essere rinnovati se la crisi non rientrerà al più presto.
Compagnie aeree, il punto di vista dei passeggeri
Ma dal lato passeggeri cosa cambierà? In molti si stanno interrogando su come si volerà quando saremo liberi di riappropriarci della nostra libertà pur con le dovute precauzioni, e su come inciderà tutta la questione sui prezzi dei biglietti aerei. Sicuramente bisognerà attuare il distanziamento sociale anche all’interno degli aerei, e le prime a risentirne saranno le low cost che hanno basato il loro modello di business sull’alta efficienza con un elevato grado di riempimento del velivolo.
Si parla già di posti a sedere scaglionati e del divieto nel portare il bagaglio a mano nella cabina, di servizi a bordo ridotti e di sanificazione continua degli ambienti. Bisognerà fare anche i conti con gli assembramenti al checkin e all’imbarco. Per non parlare poi del tempo che servirà al viaggiatore per sentirsi tranquillo e tornare a volare con serenità, e alla sua diminuita capacità di acquisto che inciderà sensibilmente sulle risorse personali da destinare al viaggio.
Quando prenotare un volo nel post emergenza per ottenere un prezzo decente? Probabilmente resteranno sempre validi i concetti legato al tempo, alla stagione e al giorno della settimana scelto per volare, ma dovremo sicuramente attenderci prezzi più alti rispetto a quelli a cui eravamo abituati fino al mese di febbraio 2020. D’altronde dopo mesi di stop, di rimborsi e con un numero di passeggeri previsti per il resto dell’anno in corso nettamente inferiore per i motivi suindicati, le compagnie aeree per sopravvivere dovranno per forza di cose rivedere la loro politica dei prezzi.