Che ci fa un 85enne, ex Presidente del Consiglio ed ex Presidente della Corte Costituzionale, alla guida di un Comitato sugli algoritmi? La nomina di Giuliano Amato a Presidente di questa Commissione, che si occuperà di indagare (e redigere una relazione) sui rischi connessi agli usi e agli abusi degli strumenti AI nel mondo dell’editoria e del giornalismo, sta facendo molto discutere e sta oscurando il vero obiettivo che ha portato alla genesi di questo progetto (a breve scadenza) che ha un compito molto delicato: confrontarsi con gli stakeholder del settore per capire come intervenire a livello di leggi e regolamenti.
Polemiche che vengono amplificata facendo un confronto con gli altri Paesi. La stessa Commissione nel Regno Unito, per esempio, è guidata dal 41 – esperto di intelligenza artificiale – Ian Hogarth. Ma anche all’interno del Comitato scelto dal governo italiano ci sono molti elementi di spicco: da ricercatori accademici e professori, passando per direttori di organizzazioni che si occupano proprio dei risvolti (anche etici) dell’AI nel mondo reale. Concentrarsi, dunque, solo sulla figura di Amato è abbastanza svilente per un gruppo di lavoro che ha una responsabilità piuttosto importante.
Perché ci sono degli aspetti concreti che dovranno essere analizzati, studiati e capiti per poi consentire al governo di dialogare – nell’ambito di un contesto europeo e internazionale – con gli altri Paesi. Non è un caso, infatti, che tra i 10 componenti ci siano anche rappresentanti del CENTAI (Centro per l’intelligenza Artificiale) e del FAIR del CNR di Pisa. Personalità che possono fare da collante nella comprensione delle problematiche legate all’abuso di strumenti AI nel mondo dell’editoria e dell’informazione.