Non è vero che chi si vaccina ha il doppio delle probabilità di morire per la Variante Delta rispetto a chi non lo fa
I grafici che espongono dati scientifici bisogna saperli leggere nella loro completezza e quello sulla letalità variante Delta per i vaccinati e i non vaccinati non fa eccezione
25/06/2021 di Ilaria Roncone
I dati scientifici bisogna saperli leggere. Questa è la ragione per cui il grafico che sta girando tanto in rete tra negazionisti e no vax vari – quello dell’Ispi che mostra l’elaborazione dei dati sui morti per la variante Delta in Gran Bretagna tra vaccinati e non vaccinati – sembra affermare che si muore di più se ci si vaccina che se non ci si vaccina. Tutto è frutto del confronto dei due dati sulla letalità, quelli che abbiamo immediatamente a disposizione e che, in effetti, indicano che ci sono più morti tra le persone vaccinate che tra quelle non vaccinate: 0,1% di letalità tra i non vaccinati, 0,21% di letalità tra i vaccinati. All’apparenza, tra i vaccinati i morti per variante Delta sono il doppio rispetto ai morti tra i non vaccinati.
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La letalità variante Delta va letta in virtù dell’età e del numero di vaccinati
🦠Questo grafico dimostra che chi si vaccina ha il doppio della probabilità di morire per #VarianteDelta rispetto a chi non lo fa.
I vaccini non sono solo inutili, ma dannosi!Giusto?
Clamorosamente sbagliato.Un thread sulle fake news, e sui limiti della nostra mente. 🧵 pic.twitter.com/tPucoVnDaX
— Matteo Villa (@emmevilla) June 25, 2021
Su Twitter Matteo Villa, ricercatore di ISPI, ha spiegato in maniera molto lineare ed efficace come vanno letti questi due dati sulla letalità variante Delta tra vaccinati e non vaccinati. Il professionista dimostra, infatti, che il grafico che sta girando dimostra proprio il contrario di quanto sostengono i negazionisti e i no vax: chi si vaccina ottiene una forte protezione anche rispetto alla variante Delta.
I presupposti dai quali partire per capire quel grafico sono due: in primis, la letalità tra le persone sotto i quarant’anni è praticamente nulla ma va aumentando in maniera esponenziale (dallo 0% in fascia 16-19 anni al 12,8% tra chi ha più di 90%). In seconda battuta bisogna considerate chi sono i vaccinati nel Regno Unito: la metà dei vaccinati ha più di 50 anni mentre l’82% di coloro che non è vaccinato ha meno di 30 anni. Questo vuol dire, incrociando gli ultimi due dati menzionati, che i non vaccinati sono quasi solo persone giovanissime, quelle tra le quali – a prescindere dal vaccino – ci si aspetta un numero di decessi che rasenta lo zero. Al contrario, i vaccinati sono in maggioranza quello tra i quali si registra un tasso di mortalità per Covid più elevato.
Per capire la letalità variante Delta tra vaccinati e non vaccinati bisogna saper leggere i dati
Villa prosegue la spiegazione facendo una serie di calcoli provando che, se i vaccini non proteggessero in alcun modo le persone, i vaccinati dovrebbero morire circa dodici volte più dei non vaccinati. La conclusione per chi i dati li sa leggere e spiegare è che i vaccini stanno evitando, nel Regno Unito, l’82% dei decessi che la variante Delta potrebbe causare tra la popolazione maggiormente a rischio: sui 17.642 positivi vaccinati nel Regno Unito avremmo dovuto aspettarci 206 decessi che, invece, sono stati ridotti a 37 grazie al vaccino.
«Incredibile, vero? – scrive Villa proseguendo nella sua spiegazione – Siamo partiti da un grafico che sembrava avallare una tesi tragica (“i vaccini uccidono di più, non di meno!”) e siamo arrivati a scoprire l’esatto contrario. È la dimostrazione di quanto i numeri possano trarci in inganno, se non sappiamo cosa c’è dietro».
I social sono il perfetto terreno di coltura per fake news e disinformazione scientifica: senza una guida all’interpretazione, possiamo essere facilmente spinti a interpretare dei dati nel senso più intuitivo.
Spesso è giusto, ma a volte è tragicamente sbagliato.
— Matteo Villa (@emmevilla) June 25, 2021