Colao ha aperto alla non cancellazione della firma digitale

La firma digitale avrà validità e sarà il pubblico a prendersi carico di creare la piattaforma, seppure (per ora) bisognerà proseguire con quelle private

15/07/2022 di Ilaria Roncone

Nella giornata in cui non si è parlato di altro che della crisi di governo, il 14 luglio 2022, il Ministro Colao ha ricevuto una delegazione dell’Associazione Luca Coscioni, insieme a Riccardo Magi (deputato di +Europa) in seguito a un appello pubblico al governo e allo sciopero della fame di Lorenzo Mineo che vedono al centro la questione cancellazione firma digitale. Andiamo con ordine: la piattaforma pubblica per la raccolta di firme digitali per i referendum avrebbe dovuto essere attiva a partire dal 1° gennaio 2022 ma il Governo ha comunicato ufficialmente lo slittamento nel secondo semestre dell’anno. Il ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale nel governo Draghi ha specificato che «occorre un decreto e, nel frattempo, la possibilità di usare piattaforme private».

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Firma digitale per referendum popolari, cosa occorre adesso?

La firma digitale, quindi, non dovrebbe essere cancellata e le raccolte per i referendum d’iniziativa popolare dovrebbero essere valide ai fini del deposito in Corte di Cassazione. La delegazione dell’Associazione Luca Coscioni ha registrato positivamente quanto detto dal ministro Colao e ha fatto presente come ora bisogni agire su una serie di punti a partire dalle tempistiche, che per lo Stato risultano incerte. «In assenza di una piattaforma pubblica si possa continuare a utilizzare servizi privati – come l’Associazione ha fatto nell’estate scorsa per i referendum eutanasia e cannabis – sottolinea l’associazione, aggiungendo che è necessario inoltre che – Si equipari l’IVA per le firme referendarie (22%) a quella per le leggi popolari (4%)».

L’associazione non manca di chiedere ufficialmente che «si confermi agli altri dicasteri coinvolti, nonché alla Suprema Corte e i Comuni, che la prossima piattaforma pubblica consentirà il deposito in Cassazione di tutta la documentazione digitale necessaria per presentare in un referedum: firme autenticate e corredate dell’iscrizione alle liste elettorali di chi ha sottoscritto», quindi di ufficializzare la questione in maniera inequivocabile. Anche Mineo si è espresso favorevolmente dopo l’incontro: «Le parole del Ministro chiariscono che la piattaforma garantirà la piena validità delle firme sui referendum ai fini del deposito in Cassazione, siamo lieti che correggano quanto precedentemente dichiarato in Parlamento. Restiamo in attesa di conoscere il decreto attuativo nella sua completezza (anche perché, affinché le firme possano essere utili alla presentazione di un referendum o legge d’iniziativa popolare, occorre accoppiare anche le iscrizioni alle liste elettorali di chi firma) e i tempi di entrata in funzione della piattaforma, attenti alle trappole politiche e burocratiche di ogni tipo che possono ancora deragliare il processo, specie in giorni di caotica vita politica nazionale».

(Immagine copertina: Foto IPP/Matteo Rossetti)

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