La coerenza (o l’incoerenza) dei vari esperti sul Covid

Lo studio di Reputation Science si basa sulle dichiarazioni a partire dal mese di febbraio

01/12/2020 di Enzo Boldi

Virologi ovunque, esperti ovunque. Dal mese di febbraio le televisioni, i giornali e le radio hanno raccolto migliaia di pareri di medici sul Covid-19. E da lì è scattato l’effetto domino che ha spostato il dibattito scientifico (da sempre molto riservato, fino alle conclusioni su questo o quel tema) nei salotti televisivi. Insomma, la pandemia ha svelato un nervo scoperto che forse era noto a pochi: anche tra i medici ci sono palesi ed evidenti rapporti tesi. In questo mare magnum di dichiarazioni, spesso divergenti tra loro (anche all’interno dello stesso soggetto parlante), Reputation Science ha elaborato alcune statistiche che hanno messo in evidenza la coerenza esperti dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Ed ecco cosa è uscito fuori.

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L’analisi ha preso spunto dalle dichiarazioni pubbliche di virologi, immunologi e altri esperti del settore medico che hanno avuto un netto impatto sull’opinione pubblica. E questo è un breve schema che riassume il loro indice di coerenza e il livello di allerta tenuto nei vari messaggi diffusi (e che hanno avuto un grande riverbero sui social network).

Come è nata questa tabella? «L’analisi prende in considerazione le dichiarazioni pubbliche di virologi, medici ed esperti in tema di Covid-19 comparse sul web nel periodo 1 febbraio-20 novembre 2020. Indice di allerta – indica l’opinione del soggetto in merito alle soluzioni per contenere la pandemia secondo una scala che va da -5 (situazione pandemica non grave, misure di contenimento minime) a +5 (situazione pandemica grave, misure di contenimento massime). Indice di coerenza – espresso in una scala da 0 a 10 – mostra la coerenza delle dichiarazioni pubbliche durante il periodo di analisi».

Coerenza esperti, le loro dichiarazioni in numeri

I più coerenti, fin dal mese di febbraio (quando l’emergenza sanitaria era solo agli inizi), sono stati – dunque – Fabrizio Pregliasco e Franco Locatelli. A seguire troviamo Matteo Bassetti che, a differenza dei primi due, ha sempre tenuto una posizione meno allarmistica. Ma qui si parla di coerenza e il Direttore della Clinica di Malattie Infettive del San Martino di Genova ha mantenuto sempre la sua rotta, nonostante le critiche.

I meno coerenti

Dall’analisi sulle dichiarazioni degli esperti emerge un principio di forte incoerenza dietro al nome di Maria Rita Gismondo. E Reputation Science valuta così il giudizio negativo: «Indice di allerta negativo (-1,44), salita agli albori delle cronache per aver definito il coronavirus una ‘problematica appena superiore all’influenza’. Sul tema della prima e seconda ondata, si discosta dalla linea del Governo soprattutto sulla chiusura degli stadi, dei locali notturni e sull’uso della mascherina all’aperto. Nel tempo ha presentato delle contraddizioni sulla virulenza del Covid-19 e sull’uso della mascherina che le ha causato diverse critiche, tra cui una diffida legale da parte del Pts per aver minimizzato sulla pericolosità del virus».

Coerenza esperti, le presenze mediatiche in base al periodo

Oltre alla coerenza esperti, Reputation Science ha anche analizzato l’esposizione mediatica suddivise per periodo.

Share esperti, Reputation Science

Da questo schema si può notare come, in base alla fase epidemiologica, i media abbiano offerto spazi differenti al virologo o esperto di turno. L’unica costante è l’esposizione mediatica di Walter Ricciardi, anche in qualità di consulente del Ministro della Salute Roberto Speranza.

Troppe voci, troppi ingorghi. Troppa confusione

«Dalle analisi emerge in modo molto chiaro come il flusso di comunicazione innescato dagli esperti sia stato eccessivo e incoerente – commenta Auro Palomba, Presidente di Reputation Science -. Stiamo vivendo un momento di forte incertezza, ed ora più che mai è necessario comprendere in modo chiaro i meccanismi della comunicazione, il peso che singole parole e messaggi più articolati possono avere sulla percezione e sui livelli di ansia delle persone, già sottoposte a forti pressioni dal contesto attuale. Purtroppo, stiamo assistendo a molti singoli professionisti che stanno utilizzato la ribalta mediatica per promozione personale e ad un gruppo di esperti che sta progressivamente perdendo la propria capacità di svolgere un ruolo di guida. Una deriva acuita dai casi di reciproche accuse a cui abbiamo assistito. Purtroppo, un effetto negativo di questo trend riguarda il fatto che rischia di ledere l’importanza delle misure e dei comportamenti fondamentali per limitare la pandemia».

(foto di copertina: da Reputation Science)

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