La denuncia del Codacons a Chiara Ferragni per blasfemia

Sulla copertina di Vanity Fair era apparsa nei panni di una madonna

28/09/2020 di Redazione

Ennesimo capitolo della saga Codacons-Ferragnez. Se nel periodo più acuto della diffusione del coronavirus, il Codacons aveva presentato esposti nei confronti della raccolta fondi organizzata proprio da Fedez e dall’imprenditrice per dotare ospedali di più macchinari per allargare i reparti di terapia intensiva (che in quei giorni erano congestionati dai pazienti Covid-19), ora il Codacons denuncia Chiara Ferragni per la copertina comparsa la scorsa settimana su Vanity Fair.

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Codacons denuncia Chiara Ferragni per la copertina di VF in cui appare nei panni di una madonna

L’accusa è quella di blasfemia, dal momento che l’influencer aveva impersonato una madonna con bambino, ispirata al quadro dipinto da Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato. Nella denuncia il Codacons sottolinea come quella copertina abbia offeso la sensibilità dei cristiani.

«L’immagine che raffigura la Ferragni nei panni di una moderna Madonna con bambino dipinta da Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato – si legge nell’esposto alla procura della Repubblica e al ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini – sfrutta la figura della Madonna e la religione a scopo commerciale, essendo noto come la Ferragni sia una vera e propria ‘macchina da soldi’ finalizzata a vendere prodotti, sponsorizzare marchi commerciali e indurre i suoi follower all’acquisto di questo o quel bene».

Codacons denuncia Chiara Ferragni, la risposta di Fedez

Per il momento, è arrivato soltanto il commento di Fedez, marito di Chiara Ferragni rispetto all’ultima iniziativa del Codacons. Una frase laconica, dopo aver ripreso un articolo battuto dall’agenzia Adnkronos:

L’esposto, secondo il Codacons, verrà inviato anche a Papa Francesco, perché la copertina di Vanity Fair potrebbe «realizzare fattispecie penalmente rilevanti per blasfemia e offesa al sentimento religioso». La copertina della rivista aveva fatto discutere sui social network, come vi avevamo raccontato. Ma non ci si aspettava di certo un altro esposto del Codacons di Carlo Rienzi.

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