Clubhouse e i punti oscuri delle stanze italiane | PARTE 2

La seconda parte della nostra inchiesta: anche in Italia la situazione in alcune stanze sta diventando ingestibile

21/04/2021 di La politica del popolo

Oggi torniamo a parlare di Clubhouse ma, a differenza della prima puntata, ci soffermeremo sulla delicata questione italiana dove la situazione non va meglio ma, anzi, nonostante il social si rivolga a una platea ristretta di utenti, sono tanti i fenomeni gravi che abbiamo avuto modo di riscontrare in prima persona e anche attraverso varie testimonianze. Nell’ultimo mese abbiamo scoperto che su questa nuova piattaforma social sono state e continuano a essere tantissime le discriminazioni avvenute: in genere, durante la notte, sono attive le room con titoli omofobi o razzisti del tipo “No ai fr*ci, sì al razzismo”, “Viva il duce a morte gli omosessuali” e così via.

LEGGI ANCHE la prima parte del nostro approfondimento su Clubhouse > Clubhouse e le stanze del complotto | PARTE 1

Le stanze oscure su Clubhouse in Italia

Molte di queste stanze sono create da giovanissimi che, con una veemenza davvero incredibile in relazione alla loro età, iniziano a insultare indiscriminatamente la comunità lgbt, la comunità afrodiscendente, le persone diversamente abili. Insomma insulti davvero molto pesanti che sembrano non finire mai e – neanche a dirlo – promossi dagli stessi moderatori delle room, che non danno la possibilità di parlare o intervenire quasi a nessuno. Così accade che, nonostante le varie segnalazioni, si continuino ad aprire sempre nuove stanze, nessuno interviene e questi fenomeni non solo continuano a moltiplicarsi ma vengono amplificati dai club all’interno dei quali si costruiscono dei veri e propri “branchi”.

Le discriminazioni non si fermano all’orientamento sessuale ma vanno avanti in diversi campi e, spessissimo, anche in pieno giorno: per esempio, diversi utenti ci hanno segnalato una room creata la scorsa settimana dal topic “Islam, room istruttiva” in cui il moderatore, inesperto della materia, sembrava volesse dare delle “istruzioni per l’uso”. La stanza alla fine è stata chiusa, ma sono in molti quelli che si sono sentiti discriminati dal sentire parlare in questo modo della loro religione. Tutto questo mette in evidenza come il social che un po’ tutti avevamo lodato per la sua carica innovativa non è immune all’odio, al razzismo e neanche ai fenomeni di cyberbullismo che continuano a crescere e che, secondo le nostre fonti, sono stati segnalati anche alla polizia postale.

Anche contenuti espliciti su Clubhouse in Italia

Un altro episodio che ci mostra perfettamente quello che sta succedendo su questo nuovo social dove sembrano non esserci regole è legato a una ragazza che, in una delle room in notturna che citavamo prima, attraverso Clubhouse è entrata in contatto con altri utenti a cui, attraverso l’utilizzo di un altro social, ha inviato un video in cui si è mostrata nuda. Questo video è però circolato tra diversi utenti e così la stessa ragazza, in un’altra room, ha iniziato a insultare i ragazzi che lo stavano diffondendo. Il risultato? La ragazza è stata cacciata dalla room e poi ne è stata aperta un’altra dove veniva insultata. Tutto questo succedeva alle 4 del mattino e, la stessa, giorni dopo ha aperto anche room con dei titoli da cui traspare chiaramente l’argomento come “ti piace il ca**o o no”; room in compagnia di altre del tipo “se sei in crisi di sesso entra qui”, “se sei una tr*ia entra qui” e non sempre gestite da ragazzi ma anche da adulti.

Tutto questo continua ad accadere ancora oggi e Clubhouse non sembra avere in mente dei provvedimenti per provare a risolvere la situazione come denunciano molti utenti.

Sapete qual è stato l’ultimo aggiornamento? L’introduzione di Payments, la prima funzione di monetizzazione per i creator di Clubhouse: altro che attenzione alle discriminazioni. Nonostante questo, un gruppo di utenti ha deciso di provare a cambiare le cose e denunciare quello che avviene quotidianamente sul social. Tra questi c’è Mara Ferrario che ha anche creato un gruppo insieme ad altri utenti che cerca non solo di segnalare questi comportamenti ma anche di dialogare, nei limiti del possibile, con chi crea questo tipo di room. Purtroppo, come ci faceva notare: «Il problema non è Clubhouse, ma starci nella maniera corretta, nel limite del possibile, senza incorrere in situazioni discriminanti: quando tu provi a parlare del problema in automatico diventi il problema».

Problema che si avrà anche nelle altre piattaforme social, da Twitter a Telegram, che hanno deciso di introdurre, sulla scia di Clubhouse, delle pseudo conversazioni vocali tra gli utenti: ma, come si fa a bloccare l’uso di certi termini o a evitare commenti sessisti, razzisti, omofobi quando si utilizza solamente la voce? Un problema che non si è sicuramente posto Clubhouse dato che, attualmente, si brancola nel buio e, secondo noi, non è possibile far diventare un social di portata mondiale senza che ci sia un controllo e un adeguamento alle varie legislazioni dei Paesi in cui il social è attivo.

Proprio per questo sono tanti i Paesi europei come Inghilterra, Danimarca dove sono state aperte delle inchieste a riguardo. In merito all’Italia, la situazione sembra ingestibile: solamente 25/27 dipendenti che dovrebbero guidare la seconda comunità mondiale più grande di Clubhouse. Sicuramente la situazione merita maggiore attenzione dai vertici del social in quanto, come ci dice un utente: «ormai non si ha paura dall’utente che si dichiara fascista, ma dalla gente che accetta il suo pensiero come opinione. Su Clubhouse essere razzisti è, semplicemente, un’opinione».

Testi: Enrico Filotico, Paolo Di Falco
Video: Giulia Martinelli, Edoardo Sicuranza

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