Nessuna sorpresa, il progetto del cloud italiano della PA è quello di TIM

La scelta del ministero dell'Innovazione, ora il bando dovrà essere pubblicato nelle prossime settimane

28/12/2021 di Redazione

Non c’è stato nessun colpo di scena sul tavolo del ministero per l’Innovazione e per la Transizione Digitale. Il progetto per il cloud PA, quello che metterà in comunicazione tutti i dati dell’enorme apparato burocratico italiano, sia a livello locale, sia a livello centrale, è quello presentato da TIM, in collaborazione con Leonardo, Sogei e Cassa Depositi e Prestiti. Si tratta di uno dei primi progetti che è stato messo sul tavolo del MITD e che era noto già a partire dal momento della presentazione della Strategia Italia Cloud, con tanto di domande al ministro Colao sulla specificità di questa realtà che si era venuta a creare. La scelta del progetto di TIM, tuttavia, non significa automaticamente “assegnazione” del progetto stesso. In effetti, sarà sostanzialmente la traccia sulla quale innestare il bando di gara vero e proprio che dovrà essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale nelle prossime settimane (l’orizzonte è il mese di febbraio, nella peggiore delle ipotesi): una volta pubblicato il bando, saranno diverse le realtà che possono presentare delle proposte innovative per perfezionare quella originaria di Tim, Leonardo, Cdp e Sogei.

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Cloud PA, la scelta del MITD ricade sulla proposta di TIM

Il progetto, lo ricordiamo, prevede una maggioranza di quote in ambito pubblico: Leonardo, Sogei, Cdp avranno il 55%, mentre a Tim spetterà il 45%. Questa cordata non era stata l’unica a partecipare: c’era anche quella Fastweb-Engineering, quella Fastweb-Almaviva, quella tutta italiana del Consorzio Italia Cloud. Ma alla fine, la proposta di TIM è stata quella che ha maggiormente convinto il ministero.

Occorrerà ora comprendere quali saranno i prossimi passaggi, quelli cruciali. Innanzitutto perché potrebbero esserci eventuali ricorsi a cui il ministero dovrà far fronte (anche se questi non bloccheranno la procedura di gara nelle fasi preliminari), poi si dovranno stabilire gli interventi da realizzare per permettere di assicurare una banca dati inviolabile al nostro Paese, ma allo stesso tempo funzionale e accessibile per ogni pubblica amministrazione, dagli enti locali sino ai settori più strategici delle alte sfere ministeriali. Per farlo, al momento, la tecnologia utilizzata non sembra poter lasciare scampo: le infrastrutture dei soggetti coinvolti in questa cordata non prevedono, al momento, un cloud “proprietario”. Pertanto, l’orizzonte si sposterà oltreoceano, aprendo ancora una volta la partita sulla tanto richiesta sovranità del dato. Da questo punto di vista, nell’ultimo periodo, TIM ha stretto degli accordi importanti con Oracle. Bisognerà vedere se il colosso sarà coinvolto anche in questa partita.

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