La sconfitta (e le sue conseguenze) di Clearview AI nell’Illinois

In seguito a una sentenza, la società non venderà più il suo database ad aziende private

11/05/2022 di Redazione

Clearview AI, oltre a essere un’azienda che punta a raccogliere un database di 100 miliardi di foto di volti utilizzando di fatto il riconoscimento biometrico per mappare pressoché tutta la popolazione mondiale, è un grande tema etico. Su questa linea, a quanto pare, si sta giocando una nuova partita e si sta aprendo un nuovo fronte, in seguito a un accordo giuridico in attesa di una conferma da pate di un tribunale in Illinois. American Civil Liberties Union, una associazione che si occupa della tutela dei diritti fondamentali, ha vinto la sua battaglia contro Clearview AI: l’azienda ha accettato di non vendere i suoi prodotti, i suoi database a società private.

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Clearview AI accetta di non vendere i suoi prodotti a società private

Sempre nell’accordo, si prevede che lo stato dell’Illinois e le sue forze dell’ordine non dovranno più accedere alla banca dati di Clearview AI, che veniva utilizzata per motivi di sicurezza (anche da diverse altre forze dell’ordine). L’azienda sostiene di aver operato a fin di bene, sottolineando come non stia compiendo violazioni del Biometric Information Privacy Act (il corpus di leggi che regolamenta la condivisione di un determinato tipo di dato biometrico da parte delle aziende) e rimarcando come, grazie ai suoi servizi, diversi criminali sono stati assicurati alla giustizia.

Tuttavia, il suo ruolo – non soltanto negli Stati Uniti, ma anche in altri Paesi del mondo – risulta essere molto discusso. In Italia, c’è stata una indicazione molto chiara da parte del parlamento e una interrogazione ha anche preso in esame un eventuale utilizzo di questa banca dati da parte delle nostre forze dell’ordine (il ministro dell’Interno, all’epoca dei fatti, chiarì che non c’era stato motivo di preoccuparsi). La stessa Unione Europea sta affrontando una discussione molto vivace in seno alle commissioni competenti per regolamentare l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Il tutto mentre il database di Clearview AI è stato messo a disposizione dello stato ucraino – delle sue istituzioni e dei suoi apparati militari – per avere degli elementi in più rispetto all’esercito russo (vengono identificati soldati e vengono inviate informazioni sui decessi alle loro famiglie in patria, laddove queste informazioni non fossero state ancora condivise dall’esercito russo).

Sicuramente, la battaglia legale che ha visto protagonista l’associazione per i diritti americana ha rappresentato un punto di partenza. Ma per estendere la questione etica di cui parlavamo all’inizio in tutti i settori e per tutti gli stati che hanno familiarità con Clearview AI, la strada è ancora molto lunga.

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