Crisi di governo, alle 18 di domani si voterà sul calendario

Oggi, 12 agosto, si compie un passaggio fondamentale per la crisi di governo attraverso la riunione dei capigruppo Senato presieduta dalla presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati. La capigruppo dovrà decidere, all’unanimità, il calendario dei lavori e come inserire, nel corso di questa settimana o della prossima, l’eventuale discussione sulla mozione di sfiducia a Giuseppe Conte, presentata dalla Lega di Matteo Salvini.

Capigruppo Senato, la diretta della giornata

17.56 – In capigruppo non c’è stata l’unanimità, quindi nella giornata di domani si voterà esclusivamente sul calendario

17.55 – Giuseppe Conte riferirà in Aula il 20 agosto

17.53 – Domani il voto sul calendario al Senato alle ore 18

17.04 – Al momento, sembra che in capigruppo ci siano due blocchi contrapposti: quello del centrodestra unito e quello di Pd-M5S e gruppo misto. 

16.45 – Di Maio afferma: «I senatori della Lega stanno sfiduciando se stessi: un argomento paradossale. Bisognerà che questi si dimettano, almeno per coerenza».

16.42 – Di Maio in diretta Facebook ha affermato che la Lega ha fatto cadere il governo perché non voleva il taglio dei parlamentari.

16.34 – I senatori che riescono a essere a Roma già domani sarebbero 102 M5S, 45 Partito Democratico, 12 del gruppo misto. Sono 159 voti potenziali contro i 136 presenti di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia.

ore 16.08 – La capigruppo è iniziata, sono tutti presenti all’interno di Palazzo Madama

ore 16.05 – La capigruppo non è ancora iniziata. Marcucci sostiene che nessuno ha ancora fatto delle ipotesi su eventuali nuove formule di governo.

ore 15.57 – Il Partito Democratico vuole risolvere nella capigruppo Senato di oggi il nodo calendario: secondo il dem Andrea Marcucci far decidere all’aula il calendario è una forzatura del regolamento.

Stando a quanto trapela da Palazzo Madama, la presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati ha chiarito quale sia il compito e il ruolo di una capigruppo, sulla base dei regolamenti parlamentari. Nella prassi istituzionale, infatti, il calendario dovrebbe essere approvato all’unanimità. Ma le divergenze tra i vari gruppi Parlamentari (Lega e Fratelli d’Italia vorrebbero votare subito la mozione di sfiducia nei confronti del premier Giuseppe Conte) non renderanno agevole questo passaggio. Le altre forze – che in aula hanno la maggioranza – propendono per una organizzazione diversa del calendario, che possa prevedere anche il voto, prima della mozione di sfiducia a Giuseppe Conte, di quella individuale presentata dal Partito Democratico nei confronti di Matteo Salvini.

Casellati
Il presidente del Senato Elisabetta Casellati a Parigi per la XX riunione dell’Associazione dei Senati d’Europa nel corso della quale si è discusso di “Dialogo euro-africano delle Seconde Camere” e di “Bicameralismo, un atout per la democrazia”, 14 giugno 2019.
ANSA/UFFICIO STAMPA SENATO
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Capigruppo Senato, la previsione della Casellati

Per questo, in mancanza dell’unanimità, la presidente Casellati ha fatto sapere che deciderà l’aula – ormai convocata – a maggioranza: «L’art. 55, comma 3 – afferma in una nota -, prevede infatti che sulle proposte di modifica del calendario decida esclusivamente l’Assemblea, che è sovrana. Non il presidente, dunque».

Sul tavolo, oltre alla proposta del Partito Democratico, c’è anche quella del Movimento 5 Stelle che vorrebbe approvare prima il taglio dei parlamentari. A questo proposito, visto che il passaggio si dovrebbe compiere alla Camera, sarà la capigruppo di Montecitorio, convocata dal presidente Roberto Fico per la giornata di domani, a dover decidere il da farsi.

Con la decisione a maggioranza, in aula, si va sempre più verso una calendarizzazione più in là nei tempi della mozione di sfiducia al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Verosimile che ciò possa avvenire nella terza settimana di agosto, facendo slittare l’iter che – in caso di completo disaccordo tra tutte le parti in causa – dovrebbe portare a nuove elezioni per l’autunno.

Capigruppo Senato, gli schieramenti sulla sfiducia a Conte

Al momento, gli chieramenti sulla mozione di sfiducia a Giuseppe Conte sono i seguenti: Pd e Movimento 5 Stelle, insieme al gruppo misto (la maggior parte è composta da senatori di LeU) e al gruppo per le autonomie sono contrari alla votazione di una mozione di sfiducia già nelle prossime ore. Più sfumata è la posizione di Forza Italia che, in queste ore, è stata chiamata da Matteo Salvini per stringere un’alleanza elettorale. Fratelli d’Italia e Lega vorrebbero che la mozione di sfiducia a Conte fosse presentata e votata già nella giornata di domani per anticipare i tempi del voto.

Ma in Senato le due forze non hanno la maggioranza: sono 18 i senatori di Fratelli d’Italia, 58 quelli della Lega. Sono 62, invece, i senatori di Forza Italia, mentre il Movimento 5 Stelle ne ha 107, il Partito Democratico 51, le autonomie 8 e il gruppo misto 15 (qui, ci sono anche i senatori a vita). In teoria, dunque, i favorevoli a votare domani la mozione di sfiducia a Conte (anche se Forza Italia fosse d’accordo con questa prospettiva) sarebbero 138. Quelli contrari, invece, sarebbero 181.

Se a prevalere dovesse essere effettivamente questo schieramento, la situazione sarà ancora aperta: potrebbe succedere di tutto.

FOTO: ANSA/MASSIMO PERCOSSI

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