Mondo di mezzo, Salvatore Buzzi chiede la scarcerazione

04/11/2019 di Enzo Boldi

La sentenza della Corte di Cassazione nel processo sul Mondo di Mezzo – famoso come Mafia Capitale – ha prodotto gli effetti già negli istanti successivi al pronunciamento dei giudici ermellini. Dopo due settimane, infatti, i legali di Salvatore Buzzi hanno presentato l’istanza per chiedere la scarcerazione (o, al minimo, i domiciliari) per il loro assistito. Il tutto perché è stato sentenziato che nel malaffare romano non ci fosse nessuna aggravante mafiosa. Ed è così che, con questo ennesimo atto, si dà un’altra picconata all’impianto accusatorio che il pm Pignatone aveva portato avanti negli anni del lungo dibattimento processuale.

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Secondo i legali di Salvatore Buzzi, infatti, la pena dovrà riessere rimodulata con il nuovo processo dato che, dalla sentenza della Cassazione, sono state stracciate anche altre accuse di corruzione nei confronti del loro assistito. Per questo motivo, secondo loro, il ras delle cooperative dovrebbe essere scarcerato o, in seconda istanza, messo agli arresti domiciliari in attesa della rideterminazione della pena.

Buzzi chiede la scarcerazione

«Io credo che una persona esperta di mafia come Giuseppe Pignatone dovrebbe fare una riflessione con se stesso per chiedersi se ha compreso i confini del 416 bis – ha detto Alessandro Diddi, legale di Salvatore Buzzi, all’AdnKronos commentando l’intervista rilasciata dal pm questa mattina a La Stampa -. Mi stupisce, non me lo sarei mai aspettato da un uomo che per tanti anni con equilibrio ha guidato la Procura di Roma, davanti a questa sentenza avrebbe dovuto ammettere l’errore come hanno fatto alcuni suoi colleghi».

 Gli effetti della sentenza della Cassazione

La sentenza della Corte di Cassazione su (non) Mafia Capitale, dunque, ha prodotto gli effetti annunciati e – a questo punto – inevitabili dal punto di vista penale. Aver fatto cadere l’aggravante mafiosa, infatti, ha scoperchiato un vaso di pandora che ora potrebbe anche portare a una rideterminazione della pena a 18 anni e 4 mesi a cui era stato condannato.

(foto di copertina: ANSA/FERMO IMMAGINE RAI)

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