Saka lancia un appello diretto alle piattaforme social: «Non fate abbastanza contro insulti prevedibili»
Saka sottolinea quanto quello che è accaduto fosse tristemente prevedibile e come le piattaforme social dovrebbero agire prima e non dopo
16/07/2021 di Ilaria Roncone
La questione insulti razzisti sui social ai giocatori dell’Inghilterra dopo la sconfitta ai rigori nella finale Euro 2020 continua (e va benissimo così). Dopo il chiarimento di Instagram sulla questione emoji scimmia segnalate in massa ma non rimosse da Instagram, arriva la critica diretta ai social di uno dei tre giocatori della nazionale inglese coinvolti nella vicenda. Bukayo Saka ha infatti dedicato un lungo post su Instagram alla questione, sottolineando come le piattaforme debbano agire in via preventiva e non postuma, operando su commenti che sono purtroppo prevedibilissimi.
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Bukayo Saka si rivolge direttamente alle piattaforme social
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Il post di Saka, che dice di essersi preso qualche giorno per stare lontano dai social e vicino ai suoi cari, comincia – comprensibilmente – con un’attestazione di amore a familiari e tifosi. Il giocatore si scusa poi per quel rigore sbagliato, sottolineando l’enorme dispiacere e la delusione che ne sono seguiti, e ringraziando chi ha espresso solidarietà per gli insulti ricevuti: «Questo è ciò che il calcio dovrebbe essere – scrive – Passione, persone di tutte le razze, generi, religioni e background che si riuniscono con una gioia condivisa delle montagne russe del calcio».
Arriva l’appello diretto ai social con tanto di tag: «Alle piattaforme di social media @instagram @twitter @facebook, non voglio che nessun bambino o adulto debba ricevere i messaggi odiosi e dolorosi che io Marcus e Jadon abbiamo ricevuto questa settimana. Sapevo già il tipo di odio che stavo per ricevere e questa è una triste realtà che le vostre potenti piattaforme non stanno facendo abbastanza per fermare».
Meglio prevenire che curare
Non fate abbastanza per fermare il razzismo e l’odio online: questo il succo di un messaggio che afferma una cosa e lascia intendere molto di più. Twitter, Instagram e Facebook – in questo caso specifico – avrebbero dovuto prevedere quello che sarebbe successo. Gli indizi c’erano tutti, considerata anche la grande polemica per l’inginocchiarsi o meno dei giocatori contro il razzismo, e si sarebbe dovuto agire in maniera diversa, preventiva.
Saka parla per sé e per i suoi compagni quando afferma che insulti del genere se li aspettavano ancora prima che arrivassero. Cosa significa questo? Che scimmie e insulti razzisti – sui social e, in generale, nel mondo del calcio – fanno parte del sistema. Un sistema che va cambiato a partire dall’alto. Facebook, Instagram, Twitter e tutte queste piattaforme hanno un potere enorme nel mondo attuale e chi, se non loro, dovrebbe agire in maniera efficace contro meccanismi sistematici che vanno scardinati?
Di certezza ce n’è una sola: quello che è capitato ai giocatori della nazionale inglese continua a succedere e succederà ancora a tutte le persone nere. Vediamo quanto tempo servirà ai colossi digitali non solo per prendere una posizione decisa contro ma per agire fattivamente contro una situazione che non può e non deve più essere.