Leclerc e Verstappen decidono di non inginocchiarsi per il ‘Black lives matter’

05/07/2020 di Enzo Boldi

Un paddock diviso. Non nelle intenzioni, ma nei modi di manifestare la propria lotta contro il razzismo. Poco prima dello spegnimento dei semafori del Gp d’Austria, primo Gran Premio della stagione, i piloti – come da tradizione – hanno assistito all’esecuzione dell’inno nazionale. Lewis Hamilton, in prima fila per quel che riguarda anche le questioni razziali, si è inginocchiato e con lui anche Sebastian Vettel e altri. Leclerc e Verstappen (ma anche altri, come Raikkonen), invece, hanno deciso di rimanere in piedi. Indossando la maglia ‘End Racism’.

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I due piloti avevano già annunciato, qualche ora fa, la loro decisione di non inginocchiarsi durante l’inno, confermando però la loro adesione alla lotta contro il razzismo. Lewis Hamilton, nelle scorse settimane, si era lamentato con il resto dei piloti per il loro silenzio attorno alla questione razziale dopo l’uccisione di George Floyd a Minneapolis. Ed è stato lui il primo a mettersi in ginocchio mentre risuonavano le note dell’inno austriaco sulla griglia di partenza del circuito di Spielberg.

Leclerc e Verstappen non si inginocchiano durante l’inno

«Sono molto impegnato nella lotta contro il razzismo ma credo che ognuno abbia il diritto di esprimersi nel modo e nel tempo che vogliono. Oggi non mi inginocchierò ma rispetto e supporto le scelte personali di ogni pilota», aveva anticipato Max Verstappen su Twitter.

Anche altri piloti restano in piedi

Pochi istanti prima anche il pilota Ferrari aveva anticipato la sua decisione di non inginocchiarsi: «Credo che i fatti e i comportamenti che le persone tengono ogni giorno nella loro vita quotidiana contino più dei gesti che possono essere visti come controversi in alcuni Paesi. Non mi inginocchierò ma ciò non significa che io sia meno impegnato di altri nella lotta contro il razzismo».

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