Sono i politici a diffondere più fake news in Italia su Twitter

L'analisi di Inconsulting mostra una tendenza che non rende davvero onore al mondo delle istituzioni in Italia

02/06/2021 di Redazione

Le analisi fatte in passato da Pagella Politica (con i suoi giudizi basati in maniera molto ironica su Pinocchio) ci avevano già fatto capire che molto spesso, nella loro comunicazione sui social network, i politici italiani prediligessero la campagna elettorale alla realtà dei fatti, ponendosi agli occhi dei cittadini italiani come fonti di informazione non propriamente affidabili. L’analisi di Inconsulting, tuttavia, ha dato una dimensione numerica al problema, soprattutto in un momento in cui la questione fake news ha assunto proporzioni preoccupanti e sta attraversando le vite di molti di noi, limitati sia nei nostri spostamenti, sia nelle interazioni sociali. Per questo, a volte, guardare uno smartphone e aprire una app social è l’unico modo che abbiamo per informarci. Ma cosa succede se le persone di cui ci dovremmo fidare sono, in realtà, quelle che più di tutte creano problemi? Le bufale dei politici sono una vera e propria piaga.

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Bufale dei politici sui social, l’analisi

L’azienda di consulenza ha provato a mettere insieme un algoritmo che possa dare una dimensione del fenomeno. In base a quanto riportato, infatti, la percentuale di attendibilità dei tweet pubblicati dai politici italiani è pari al 56% (con un dato campione che prende in considerazione 1042 tweet e 14.161 retweet). Il problema, lo si capisce subito, è legato soprattutto alla grande mole di retweet, con un’azione – quella della condivisione di contenuti – che troppo spesso appare immediata e che può avvenire in maniera automatica, senza un preliminare controllo della fonte che ha prodotto quel contenuto (non a caso, Twitter chiede all’utente di voler leggere l’articolo che si vuole retwittare prima di condividerlo con la propria community).

Ma nemmeno imprenditori e attivisti sono da meno, stando a questa analisi: anche loro sono tra le categorie che maggiormente tendono a condividere disinformazione sui social network. Al contrario, le organizzazioni governative – che non a caso comunicano sempre in maniera molto oculata e che, magari, prima di esprimersi, pretendono che un fatto sia stato dimostrato in quanto tale (con questa oculatezza che è inversamente proporzionale alla velocità di pubblicazione sui social network) – sono quelle maggiormente affidabili per quanto riguarda la diffusione di informazioni su Twitter.

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