In Bosnia hanno imposto il coprifuoco ai migranti
15/11/2019 di Enzo Boldi
Il Cantone di Bihac, nel Nord-Ovest della Bosnia (al confine con la Croazia) ospita, secondo i registri della polizia cantonale, oltre 5mila migranti. Le forze dell’ordine, dopo le proteste dei cittadini locali, hanno deciso di imporre un coprifuoco nei loro confronti, limitandone la libertà di movimento nel territorio. Il vero problema di quei centri che ospitano uomini, donne e bambino, sono le precarie condizioni igieniche-sanitarie. Per questo motivo il governo sta pensando spostare alcuni di migranti in alcune caserme adibiti ad hoc.
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La decisione di limitare la libertà di movimento dei migranti nel cantone di Bihac è stata presa dal gruppo operativo di coordinamento delle attività relative alla crisi migratoria. Dopo una lunga riunione a porte chiuse, a vincere sono state le mobilitazioni dei cittadini che hanno protestato per l’aumento di furti ed episodi di violenza da parte di quello, che inizialmente, era un piccolo gruppo di persone.
La Bosnia e il coprifuoco ai migranti
Da quest’oggi, venerdì 15 novembre, il coprifuoco sarà attivo almeno per 24 ore in attesa di valutazioni più mirate, attendendo anche i pareri del governo centrale. Ai migranti sarà vietato l’ingresso e l’uscita dai centri di accoglienza Bira, a Bihac, e Miral, a Velika Kladusa. Inoltre si dovrà analizzare la situazione del centro di Vucjak, considerato inadeguato. Per il momento, nonostante manchino le più elementari condizioni igienico-sanitarie, rimarrà aperto e verrà utilizzato come centro di accoglienza provvisorio.
Le caserme adibite a centri accoglienza
La decisione del coprifuoco e della limitazione della libertà di spostamento sta provocando diverse reazioni contro la Bosnia. Nel frattempo il premier Denis Zvizdic ha annunciato che almeno due caserme saranno adibite a centro di accoglienza in vista dei freddi rigori dell’inverno. Ma nel Nord-Ovest del Paese la situazione continua a esser molto tesa.
(foto di copertina: Gregor Mayer/dpa)