Borghi (Lega) e i soldi in prestito dall’Europa per rifare le aiuole chiedendoci di tagliare le pensioni | VIDEO
22/07/2020 di Enzo Boldi
Vedrete. Si conclude così il vaticinio del leghista Claudio Borghi ad Agorà, su Rai 3, commentando l’accordo ottenuto al Bruxelles sul Recovery Fund. Il deputato del Carroccio, infatti, continua a parlare – seguendo la linea Bagnai-Salvini – di grossa fregatura. Sostiene che l’Europa, per fare un esempio, ci darà soldi per rifare le aiuole, chiedendo un taglio delle pensioni o una patrimoniale.
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Tutto questo trionfalismo della capacità negoziale di Conte non si vede – ha detto Claudio Borghi in collegamento con agorà, su Rai 3 -. Però, per farvi una piccola somma del perché io io trovo che sia una grande fregatura entrare in questa ottica: beh, voi immaginate questa differenza. Vale a dire: noi paghiamo dieci e loro ce ne danno 11, per rifare le aiuole». Il discorso del leghista sembra essere slegato, ma vuole ammiccare al fatto che l’Italia dovrà presentare un piano di investimento per ricevere e utilizzare i soldi del Recovery Fund.
“Perché è una grossa fregatura l’accordo europeo sul recovery fund?”@borghi_claudio #agorarai pic.twitter.com/UHp0E3qFYr
— Agorà (@agorarai) July 22, 2020
Borghi e la UE che ci dà i soldi per rifare le aiuole
«Per carità – prosegue Claudio Borghi nella sua iperbole -, le aiuole magari a tanti piacciono, sono belle e così via. Però noi paghiamo dieci sicuri e ce ne danno undici per rifare le aiuole. Però, per averli, dobbiamo tagliare le pensioni, per esempio. Oppure, però, per averli dobbiamo alzare le tasse. Oppure dobbiamo mettere la patrimoniale. È un affare per voi?». Insomma, il deputato della Lega è sicuro che ci sia la fregatura dietro l’angolo.
«Vedrete»
Al netto di questo discorso, pare già evidente che le critiche della Lega sul dare soldi all’Europa per non ricevere mai nulla in cambio si perdano tra le aiuole lasciate fatiscenti e incolte. Perché lo stesso Borghi ammette che, con questo accordo, l’Italia riceverà indietro più di quanto versa. Poi si conclude con quel «vedrete». Perché sappiamo tutti che quei soldi in prestito (la fetta più grande dell’accordo, andranno dati indietro. Così come lo Stato li avrebbe dovuti dare indietro – con un tasso d’interesse più alto – con i famosi titoli di debito da cedere ai cittadini italiani. Insomma, le aiuole sono una bella metafora, ma che non regge dato che la gestione del debito deve essere sempre sostenuta da provvedimenti per assestare il bilancio. In un verso o nell’altro.
(foto di copertina: da Agorà, Rai 3)