Salvini tenta la capriola: «L’accordo di Conte è un super Mes»

Matteo Salvini ha usato la parolina magica che mette i sovranisti sul chi va là. Secondo il leader della Lega, che ha spiegato il suo punto di vista in una conferenza stampa congiunta insieme ad Alberto Bagnai, responsabile economico del suo partito, l’accordo sul Recovery Fund nasconde «una grande fregatura per l’Italia». E che, in realtà, non è altro che un super Mes. Questa, appunto, è la parolina magica.

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Super Mes, come Salvini cerca di cambiare la narrazione sul Recovery Fund

La formula impiegata da Matteo Salvini per tentare di screditare un risultato che in tanti – anche dall’opposizione – stanno riconoscendo al governo italiano nella trattativa del consiglio europeo degli ultimi cinque giorni, sembra agitare lo spettro di qualcosa che non esiste.

«Questo piano doveva essere la salvezza dell’Europa? Ma se i soldi arrivano non prima di aprile-maggio 2021, nei mesi prossimi cosa facciamo? – ha detto Salvini alla Camera – Si tratta di un prestito a precise condizioni che in Grecia erano scelte dalla Troika e qui dalla Commissione Europea, un super-Mes insomma».

Ma davvero stiamo parlando di un super Mes?

Ma davvero stiamo parlando di un super Mes o di qualcosa di completamente diverso? Ovviamente la seconda, visto che chiamare in questo modo il Recovery Fund è una mossa propagandistica che, però, farà molta fatica a passare nella narrazione del leghista, anche in quella più fideistica. Il nuovo Mes, di portata molto più limitata, prevede delle condizionalità e, soprattutto, può essere impiegato soltanto per le spese sanitarie.

Il Recovery Fund, oltre ad avere una parte di aiuti a fondo perduto (ben 82 miliardi), ha anche una parte di prestiti che, tuttavia, dovranno semplicemente seguire – nell’adozione di riforme – delle linee guida della Commissione Europea. Nessuno potrà opporre un veto singolo, ma sarà il Consiglio europeo a decidere il semaforo verde per lo sblocco di fondi. Nel caso di un piano di spesa oculato e volto alla riconversione ecologica e sociale delle nostre economie, non dovrebbe esserci alcun problema.

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