Sul dark web spopolano gli annunci per vendita e acquisto di dati rubati agli italiani

Aumentano esponenzialmente le inserzioni che chiedono e mettono a disposizione i dati degli italiani sul dark web

07/09/2022 di Ilaria Roncone

Nel dark web, è cosa nota, vengono spesso messi in vendita set di dati trafugati a istituzioni e aziende di ogni paese e l’Italia non fa eccezione. E se vogliamo dirla tutta, in realtà, le informazioni rubate agli italiani sono particolarmente richieste. Questo è quanto emerge da una delle ultime ricerche degli esperti di Swascan tramite la piattaforma proprietaria di Cyber Threat Intelligence in tema dati italiani sul dark web. Si tratta di migliaia di contatti telefonici e email, informazioni di aziende private e pubbliche che dopo essere stati raccolti «tramite la sottrazione di dati personali da numerose fonti come blog, piattaforme di messaggistica, forum e altro ancora» – spiega il CEO Pieguido Iezzi – vengono messi in vendita.

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Dati italiani sul dark web, boom del +357% richieste dati nelle richieste di vendita

«Quanto estrapolato dai nostri esperti, tramite la piattaforma proprietaria di Cyber Threat Intelligence, denota un incremento dell’attenzione da parte dei criminal hacker nei confronti del nostro Paese»: questo è ciò che emerge dall’analisi di due tra i principali forum presenti sul darkweb. Gli annunci che fanno riferimento all’Italia aumentano, quindi, sia in riferimento alle richieste di acquisto che in riferimento alle richieste di vendita di credenziali di accesso dati (questo in riferimento agli ultimi tre mesi).

«Confrontando i dati raccolti a giugno con quelli di agosto, abbiamo potuto rilevare come queste ‘inserzioni’, in cui vengono venduti, ma anche richiesti, i dati privati, tra cui le credenziali, dei nostri connazionali sono ‘esplosi’ con un incremento di oltre il 300% (357%, per l’esattezza) di richieste», fa presente il CEO Iezzi, evidenziando come – effettivamente – sia aumentato anche «l’interesse nei confronti delle nostre infrastrutture critiche e il 25 agosto abbiamo rintracciato un annuncio, di cui non è stato possibile verificare la legittimità, che millantava la possibilità di acquistare 36.000 documenti apparentemente appartenenti alla nostra pubblica amministrazione».

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